“Per la tradizione filosofica da Aristotele a Descartes, a Kant, ad Heidegger, a Lévinas, a Lacan, la questione del cosiddetto animale consiste nel vedere se l'animale parla, o meglio, più rigorosamente, nel tentativo di capire che cosa vuol dire rispondere.”

Origine: Il limite della vita, p. 9

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 04 Giugno 2020. Storia
Gianfranco Dalmasso photo
Gianfranco Dalmasso 3
filosofo italiano 1943

Citazioni simili

Bruce Sterling photo

“Tradizione non vuol dire che i vivi sono morti. Tradizione vuol dire che i morti sono vivi.”

Bruce Sterling (1954) autore di fantascienza statunitense

Origine: Cfr. Gilbert Keith Chesterton: «La tradizione non significa che i vivi sono morti, ma che i morti sono vivi».
Origine: Il chiosco, p. 110

Jonathan Safran Foer photo
Luigi Pirandello photo

“Se si guarda negli occhi un animale
tutti i sistemi filosofici crollano.”

Luigi Pirandello (1867–1936) drammaturgo, scrittore e poeta italiano premio Nobel per la Letteratura nel 1934
Francesco Piccolo photo

“Quando non capisci di cosa parla una pubblicità, allora vuol dire che è la pubblicità di una macchina.”

Francesco Piccolo (1964) scrittore e sceneggiatore italiano

Momenti di trascurabile infelicità

Søren Kierkegaard photo
Umberto Galimberti photo
Costanzo Preve photo

“L'uomo è un essere sociale, politico e comunitario (il politikòn zoon di Aristotele), è un essere dotato di ragione, linguaggio e capacità di calcolo (lo zoon logon echon sempre di Aristotele), un essere che ha un bisogno incoercibile ed assoluto di riconoscimento, da parte di un altro (Hegel, ma anche Lévinas), un essere generico che progetta la propria configurazione sociale (l'ontologia di Karl Marx), ed infine un animale fortemente simbolico (Cassirer). In questa sommaria elencazione io non ho volutamente inserito presunte tendenze all'accaparramento economico individualistico, alla concorrenza di mercato, ed in generale alla proprietà privata capitalistica fatta passare surrettiziamente per un "diritto naturale". Nella mia personale concezione filosofica, l'uomo non è caratterizzato né dal cosiddetto "dono", come ritiene la scuola francese anti-utilitarista (Mauss, Latouche, eccetera), né dal cosiddetto "mercato" inteso come virtuosa mano invisibile (Hume, Smith, eccetera). L'uomo può adattarsi sia al dono che al mercato. Semplicemente, il dono è preferibile razionalmente al mercato, perché dà luogo ad una configurazione sociale più solidale, da un lato, e meno istericamente orientata alla crescita ecologicamente distruttiva, dall'altro.”

Costanzo Preve (1943–2013) filosofo e saggista italiano

da Borghesia e postborghesia nell'era neocapitalista http://www.centroitalicum.it/giornale_2006/2006_12_preve-intervista.php, Italicum, gennaio-febbraio 2006.

Argomenti correlati