“Sei prato odorante di terra, è semplice il tuo ansare | come il respiro d'amore d'un contadino, e il tuo corpo | reca la forza maligna della terra materna. | Ma talvolta risuona la campana della tua brama | sotto la torre dell'oscurità ansimante. | Cade su di me il tuo amore, volteggia | come foglia di castagno che cade. Anche ora, | sul trasparente mattino della tristezza | tu sei la terra, il corpo, il sangue, | e fuor di te ogni cosa è giuoco soltanto.”
dai Salmi della devozione, 8
Origine: In Lirica ungherese del '900, introduzione e traduzione di Paolo Santarcangeli, Guanda, Parma, 1962, p. 99.