Frasi da libro
Ab Urbe condita libri
Ab urbe condĭta libri CXLII , conosciuta semplicemente come Ab Urbe condita e in italiano anche solo come Storia di Roma e talvolta come Historiae , è il titolo, derivato dai codici , con cui l'autore, lo storico latino Tito Livio, indica l'estensione e l'argomento della sua opera: la storia narrata a partire dalla fondazione di Roma.

“La vecchiaia degli uomini celebri sia inviolata e sicura.”
Tiberio Sempronio Gracco: XXXVIII, 53; 2006
Clarirum virorum senectus, inviolata et tuta sit.
Ab urbe condita, Libro XXXI – Libro XL

“Quella che prima era solo una forma di servizio, cominciò ad essere considerata un'arte.”
XXXIX, 6; 1997
Quod ministerium fuerat, ars haberi coepta.
Ab urbe condita, Libro XXXI – Libro XL
Origine: Ci si riferisce alla cucina e all'arte culinaria dei cuochi che nel periodo di contatto con la cultura mediterranea prende avvio.

Lucio Emilio Paolo Macedonico: XLIV, 22; 1997
Non sum is, Quirites, qui non existumem admonendos duces esse: immo eum, qui de sua unius sententia omnia gerat, superbum iudico magis quam sapientem.
Ab urbe condita, Libro XLI – Libro CXL
Origine: Le parole di Lucio Emilio Paolo si rifanno ad un'affermazione di Quinto Fabio Massimo, il Temporeggiatore, che preferì una diminuzione del suo potere piuttosto che servire male lo Stato.

Lucio Emilio Paolo Macedonico: XLV, 8; 1997
Ideo in secundis rebus nihil in quemquam superbe ac violenter consulere decet.
Ab urbe condita, Libro XLI – Libro CXL
Origine: Dopo una vittoria non si deve infierire violentemente sul nemico, ma – secondo il concetto di clemenza – si deve cercare di tendere alla pace.
Origine: Questa espressione ha la funzione di exemplum, cioè di una "morale" riguardo la guerra.

Lucio Emilio Paolo Macedonico: XLV, 8; 1997
Is demum vir erit, cuius animum neque prosperae <res> flatu suo efferent nec adversae infringent.
Ab urbe condita, Libro XLI – Libro CXL
Origine: Il senso è che: uomo sarà colui il quale saprà approfittare delle occasioni con moderazione e sarà allo stesso tempo accorto nelle situazioni improvvise.

“L'arroganza si limita solo alle parole.”
Astimede: XLV, 23; 1997
Superbiam, verborum praesertim.
Ab urbe condita, Libro XLI – Libro CXL

“Riguardo all'arroganza, i violenti la soffrono, ma i saggi la deridono.”
Astimede: XLV, 23; 1997
Superbiam […], iracundi oderunt, prudentes inrident.
Ab urbe condita, Libro XLI – Libro CXL

“L'uso corregge nelle loro mancanze le leggi scritte.”
XLV, 32; 2006
Legum corrector usus.
Ab urbe condita, Libro XLI – Libro CXL

“I mediocri non sono mai fatti oggetto di odio perché l'odio mira in alto.”
XLV, 35; 1997
Intacta invidia media sunt: ad summa ferme tendit.
Ab urbe condita, Libro XLI – Libro CXL
Origine: La riflessione è stata scritta da Livio riguardo al ritorno dal console Lucio Emilio Paolo dalla vittoriosa guerra macedonica contro Perseo. Infatti i tribuni della plebe, ma anche i senatori stessi, fecero a pezzi l'immagine del console defraudandolo, in un primo tempo, dell'onore della vittoria. Il comandante veniva accusato di aver impartito troppo duramente la disciplina militare. In questo senso l'odio mira alle persone di una certa importanza, infatti avendo esse più risonanza delle altre, sono per alcuni motivo d'odio.

“La buona sorte è abituata a volgersi indietro una volta raggiunto il suo apice.”
Lucio Emilio Paolo Macedonico: XLV, 41; 1997
[C]um ex summo retro volui fortuna consuesset.
Ab urbe condita, Libro XLI – Libro CXL