Frasi da libro
Ab Urbe condita libri

Tito Lívio Titolo originale Ab Urbe condĭta (Latine)

Ab urbe condĭta libri CXLII , conosciuta semplicemente come Ab Urbe condita e in italiano anche solo come Storia di Roma e talvolta come Historiae , è il titolo, derivato dai codici , con cui l'autore, lo storico latino Tito Livio, indica l'estensione e l'argomento della sua opera: la storia narrata a partire dalla fondazione di Roma.


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“Tutti quelli che prestavano servizio in Africa erano fantasmi svolazzanti e solo Scipione era fatto di carne ed ossa.”

sommario del libro XLIX; 1997
[R]eliquos, qui in Africa militarent, umbras volitare, Scipionem vigere.
Ab urbe condita, Libro XLI – Libro CXL

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“[Masinissa, re di Numidia] dimostrò di esser così vigoroso nella pratica amorosa che generò un figlio a ottantasei anni compiuti.”

sommario del libro L; 1997
Masinissa […], adeo etiam Veneris usu in senecta viguit, ut post sextum et octogesimum annum filium genuerit.
Ab urbe condita, Libro XLI – Libro CXL
Origine: Alla sua morte all'età di circa 90 anni, il re si lascia dietro una folla di pretendenti al trono.

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“Publio Cornelio Scipione venne soprannominato, per scherno, Serapione [dal tribuno della plebe Gaio Curiazio].”

sommario del libro LV; 1997
Origine: Ab urbe condita, Libro XLI – Libro CXL, P. Cornelio Nasica, cui cognomen Serapion fuit ab inridente Curiatio tribuno plebis impositum.

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“Resta, Mancino!”

sommario del libro LV; 1997
Mane, Mancine.
Ab urbe condita, Libro XLI – Libro CXL
Origine: Parole pronunciate dagli dèi che preannunciavano al console Gaio Ostilio Mancino, mentre si imbarcava per la Spagna, la sua salvezza e allo stesso tempo il suo futuro tenebroso; egli venne sconfitto ed esiliato da Roma.

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“Publio Cornelio Scipione Emiliano ridiede all'esercito una rigorossima disciplina militare, scacciando dal campo 2000 prostitute.”

sommario del libro LVI; 1997
Scipio Africanus […] obsedit […] exercitum ad severissimam militiae disciplinan […], duo milia scortorum a castris eiecit.
Ab urbe condita, Libro XLI – Libro CXL

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“Quando avrai imparato a fare della tua spada un vallo, allora smetterai di portarti dietro il vallo!”

Publio Cornelio Scipione Emiliano: sommario del libro LVI; 1997
Cum gladio te vallare scieris, vallum ferre desinito.
Ab urbe condita, Libro XLI – Libro CXL
Origine: Frase proverbiale rivolta ai soldati che procedevano con i paletti per la costruzione, a fatica sotto questo peso. L'espressione sta a significare sia che la difesa può non occorrere se dotati di buon attacco, ma anche che non ci si deve rinchiudere per paura o fiacchezza negli accampamenti sicuri, ma bisogna affrontare il nemico corpo a corpo.

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“[Roma] Città in vendita, andrai presto in rovina, se si troverà uno in grado di comperarti!”

Giugurta: sommario del libro LXIV; 1997
O urbem venalem et cito perituram, si emptorem invenerit.
Ab urbe condita, Libro XLI – Libro CXL
Origine: Vedasi anche Sallustio, che nel suo scritto La guerra di Giugurta, cap. XXXV, dice similmente Urbem venalem et mature perituram, si emptorem invenerit.