Frasi di Cartesio
Cartesio
Data di nascita: 31. Marzo 1596
Data di morte: 11. Febbraio 1650
René Descartes [ʀəˈne deˈkaʀt], latinizzato in Renatus Cartesius e italianizzato in Renato Cartesio è stato un filosofo e matematico francese. È ritenuto fondatore della matematica e della filosofia moderna.
Cartesio estese la concezione razionalistica di una conoscenza ispirata alla precisione e certezza delle scienze matematiche, così come era stata propugnata da Francesco Bacone, ma formulata e applicata effettivamente solo da Galileo Galilei, a ogni aspetto del sapere, dando vita a quello che oggi è conosciuto con il nome di razionalismo continentale, una posizione filosofica dominante in Europa tra il XVII e il XVIII secolo.
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Frasi Cartesio
„Qui in particolare mi ero fermato per far vedere che se ci fossero macchine con organi e forma di scimmia o di qualche altro animale privo di ragione, non avremmo nessun mezzo per accorgerci che non sono in tutto uguali a questi animali; mentre se ce ne fossero di somiglianti ai nostri corpi e capaci di imitare le nostre azioni per quanto è di fatto possibile, ci resterebbero sempre due mezzi sicurissimi per riconoscere che, non per questo, sono uomini veri. In primo luogo, non potrebbero mai usare parole o altri segni combinandoli come facciamo noi per comunicare agli altri i nostri pensieri. Perché si può ben concepire che una macchina sia fatta in modo tale da proferire parole, e ne proferisca anzi in relazione a movimenti corporei che provochino qualche cambiamento nei suoi organi; che chieda, ad esempio, che cosa si vuole da lei se la si tocca in qualche punto, o se si tocca in un altro gridi che le si fa male e così via; ma non si può immaginare che possa combinarle in modi diversi per rispondere al senso di tutto quel che si dice in sua presenza, come possono fare gli uomini, anche i più ottusi. L'altro criterio è che quando pure facessero molte cose altrettanto bene o forse meglio di qualcuno di noi, fallirebbero inevitabilmente in altre, e si scoprirebbe cosí che agiscono non in quanto conoscono, ma soltanto per la disposizione degli organi.“
— Cartesio
parte V; 1996
„Ora, le due regole dipendono evidentemente dal semplice fatto che Dio è immutabile e che, agendo sempre nello stesso modo, produce sempre lo stesso effetto. Infatti, supponendo che, fin dal primo istante della creazione, Dio abbia messo in tutta la materia in generale una certa quantità di movimenti, bisogna ammettere che ne conservi sempre esattamente altrettanta: altrimenti non si crede che Dio agisca sempre nello stesso modo. Supponendo inoltre che fin da quel primo istante le diverse parti della materia, nelle quali questi movimenti si sono trovati diversamente distribuiti, abbiano cominciato a conservarli o a trasmetterli dall'una all'altra, in proporzione alla loro forza, bisogna necessariamente pensare che Dio fa sí che esse continuino a compiere sempre la stessa cosa. E questo è ciò che stanno a significare queste due regole.“
— Cartesio
da Il Mondo, 1959, p. 64; citato in Koiré 1979, p. 334
„È vero che i sei giorni della creazione sono descritti nella Genesi in modo da far pensare che l'uomo ne sia l'oggetto principale: ma si deve anche dire che, poiché la storia della Genesi è stata scritta per l'uomo, lo Spirito Santo vuole specificare soprattutto le cose che lo riguardano, e non ha parlato di nessuna cosa se non in rapporto all'uomo.“
— Cartesio
„Questa regola poggia sullo stesso fondamento delle altre due, e anche essa dipende esclusivamente dal fatto che Dio conserva ogni cosa mediante un'azione continua, e che quindi non la conserva affatto come poteva essere qualche tempo prima, ma esattamente come è nell'istante in cui la conserva. Ora, di tutti i movimenti l'unico perfettamente semplice, e la cui natura è contenuta in un solo istante, è quello rettilineo. Infatti, per concepirlo è sufficiente pensare che un corpo compia l'azione di muoversi verso una certa direzione, cosa che si riscontra in ogni istante determinabile durante il tempo in cui si muove. Mentre per concepire il movimento circolare, come qualsiasi altro, è necessario considerare almeno due istanti, o meglio due parti del movimento stesso, e il rapporto fra loro sussistente.“
— Cartesio
da Il Mondo, 1959, p. 64; citato in Koiré 1979, p. 336