Frasi di Julian Barnes

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“L’arte appartiene a tutti e a nessuno. L’arte appartiene a tutti i tempi e a nessun tempo in particolare. L’arte appartiene a chi la produce e a chi l’assapora. L’arte non appartiene più al Popolo e al Partito di quanto una volta non appartenesse all’aristocrazia e ai mecenati. L’arte è il mormorio della storia, udibile al di là del rumore del tempo. L’arte non esiste per sé: esiste per il pubblico.”

“Ma se nostalgia significa il ricordo potente di un'emozione forte, e il rimpianto di non ritrovare più sensazioni del genere nella vita, allora mi dichiaro colpevole.
da "Il senso di una fine”

“Metti insieme due persone che insieme non sono mai state; a volte il mondo cambia e a volte no. Può darsi che si schiantino e prendano fuoco, o che prendano fuoco e si schiantino. Ma a volte, invece, ne nasce qualcosa di nuovo, e allora il mondo cambia. Insieme, in quel primo momento esaltante, con quella sensazione esplosiva di ascesa, esse sono più grandi dei loro sé individuali. Insieme, vedono più lontano, più chiaro.”

“Certe volte penso che lo scopo dell'esistenza sia quello di riconciliarci, per sfinimento, con la sua perdita finale, dimostrandoci che, indipendentemente dal tempo che ci vorrà, la vita non è affatto all'altezza della propria fama.
da "Il senso di una fine”

“Chi poteva sapere come l’avrebbe pensata, il futuro? Ci aspettiamo troppo dal domani, sperando che sappia contrastare l’oggi.”

“All'improvviso mi sembra che una delle differenze tra la gioventù è la vecchiaia potrebbe essere questa: da giovani, ci inventiamo un futuro diverso per noi stessi; da vecchi, un passato diverso per gli altri.
da "Il senso di una fine”

“Due altre cose ha detto nel corso degli anni: che certe donne non sono affatto misteriose ma vengono rese tali dall'incapacità degli uomini di capirle.
da "Il senso di una fine”

“Con quale frequenza raccontiamo la storia della nostra vita? Aggiustandola, migliorandola, applicandovi tagli strategici? E più avanti si va negli anni, Meno corriamo il rischio che qualcuno intorno a noi ci possa contestare quella versione dei fatti, ricordandoci che la nostra vita non è la nostra vita, ma solo la storia che ne abbiamo raccontato. Agli altri, ma soprattutto noi stessi.
da "Il senso di una fine”

“Il tempo però… ah, come può trascinarci alla deriva confonderci le idee. Credevamo di aver raggiunto la maturità quando ci 'eravamo soltanto messi in salvo, al sicuro. Fantasticavamo sul nostro senso di responsabilità, non riconoscendolo per quello che era, e cioè vigliaccheria. Ciò che abbiamo chiamato realismo si è rivelato un modo per evitare le cose, ben più che affrontarle. Già, il tempo ci riserva… Il tempo necessario a farci percepire le nostre più salve risoluzioni come traballanti, le nostre certezze come capricci momentanei.
da "Il senso di una fine”

“Il problema dell'accumulo", aveva scritto Adrian. Scommetti dei soldi su un cavallo, quello vince e la vincita passa sul cavallo della corsa successiva, e così via. Le vincite si accumulano. E le perdite? Non all'ippodromo, dove si perde solo la puntata iniziale. Ma nella vita? Forse in questo caso le regole sono diverse. Scommetti su una relazione, non funziona; vai alla successiva, e non funziona neanche quella; forse non perdi solo la somma di due sottrazioni, bensì un multiplo di quanto avevi puntato. L'impressione è questa, comunque. La vita non è solo fatta di somme e sottrazioni. C'è anche l'accumulo, la moltiplicazione delle perdite, dei fallimenti.”

“Dovrebbe apparirci ovvio come il tempo per noi non agisca affatto da fissativo, ma piuttosto da solvente. Solo che credere questo non conviene, non serve; non aiuta a tirare avanti; perciò fingiamo di non saperlo.”

“Ironia: la modalità moderna: o il marchio del diavolo o lo snorkel della sanità mentale.”

“This is what those who haven’t crossed the tropic of grief often fail to understand: the fact that someone is dead may mean that they are not alive, but doesn’t mean that they do not exist.”

“If you’re that clever you can argue yourself into anything.”

“How rarely do our emotions meet the object they seem to deserve? How hopelessly we signal; how dark the sky; how big the waves. We are all lost at sea, washed between hope and despair, hailing something that may never come to rescue us.”

“You lose the world for a glance? Of course you do. That is what the world is for: to lose under the right circunstances.”

“There are two essential kinds of loneliness: that of not having found someone to love, and that of having been deprived of the one you did love. The first kind is worse. Nothing can compare to the loneliness of the soul in adolescence.”

“It is all just the universe doing its stuff, and we are the stuff it is being done to.”

“I’ve always thought you are what you are and you shouldn’t pretend to be anyone else. But Oliver used to correct me and explain that you are whoever it is you’re pretending to be.”

“If the writer were more like a reader, he’d be a reader, not a writer. It’s as uncomplicated as that.”

“Novels tell us the most truth about life: what it is, how we live it, what it might be for, how we enjoy and value it, and how we lose it.”

“.. books look as if they contain knowledge, while e-readers look as if they contain information.”

“There's nothing wrong with being a genius who can fascinate the young. Rather, there's something wrong with the young who can't be fascinated by a genius.”

“His air of failure had nothing desperate about it; rather, it seemed to stem from an unresented realisation that he was not cut out for success, and his duty was therefore to ensure only that he failed in the correct and acceptable fashion.”

“I read Hemingway's posthumous Paris memoirs, rumoured to have been written by his wife (`Out of the question,' Toni assured me, `they're so badly written they must be authentic').”

“Now, Stuart, as you will discover if you have not done so already, believes that the principal raison d'etre of food is to conceal from public view the hideous pattern on the plate beneath.”

“You need one of those slave-driving old studio bosses if you ask me, not a sensitive graduate who went into movies because he liked the clouds in Antonioni and then turned himself into a nouvelle vague Deutscher all hot for Truthspiel.”

“This is I have to admit, one murky compartment of the female psyche which has yet to benefit from the oven-scourer of Reason.”