“Le persone hanno bisogno di un pretesto per poter avere a che fare le une con le altre. Ada non ne offriva nessuno e tutte le capacità inventive di Olaf erano andate perse a favore della sorella prima ancora che lui nascesse.” Juli Zeh (1974) scrittrice tedesca Origine: Gioco da ragazzi, p. 71
“Quando io sono più debole di te, ti chiedo la libertà perché ciò è in accordo con i tuoi princìpi. Quando sono più forte di te, io ti tolgo la libertà perché ciò è in accordo con i miei princìpi. Parole di un antico filosofo (attribuite da Harq al-Ada a un certo Louis Veuillot)” Frank Herbert libro I figli di Dune I figli di Dune
“Finché le profezie di Alev non si sarebbero avverate, Ada non doveva fare altro che abbandonare le cose al proprio corso. Finché le cose sembravano avanzare verso la catastrofe, il mondo era in equilibrio. Niente è più stabile che una corsa verso l'abisso. Ci si poteva rilassare completamente.” Juli Zeh (1974) scrittrice tedesca Origine: Gioco da ragazzi, p. 253
“Aveva l'occhio ingrandito; aveva la faccina magra; la sua voce s'era trasformata ed anche il carattere in quell'affettuosità che non era sua, ma io attribuivo tutto ciò alla doppia maternità e alla debolezza. Insomma io mi dimostrai un magnifico osservatore perché vidi tutto, ma un grande ignorante perché non dissi la vera parola: Malattia!Il giorno appresso l'ostetrico, che curava Ada, domandò l'assistenza del dottor Paoli il quale subito pronunziò la parola ch'io non avevo saputo dire: Morbus Basedowii.” Italo Svevo libro La coscienza di Zeno Origine: La coscienza di Zeno, Storia di un'associazione commerciale, p. 387
“Nella sua grande emozione ella quasi s'appoggiava a me, come nel sogno. Ma io m'attenni alla sue parole. Mi domandava un affetto fraterno; l'impegno di amore che pensavo mi legasse a lei si trasformava così in un altro suo diritto, epperò le promisi subito di aiutare Guido, di aiutare lei, di fare quello che avrebbe voluto. Se fossi stato più sereno avrei dovuto parlare della mia insufficienza al compito ch'essa m'assegnava, ma avrei distrutta tutta l'indimenticabile emozione di quel momento. Del resto era tanto commosso che non potevo sentire la mia insufficienza. In quel momento pensavo che non esistessero affatto per nessuno delle insufficienze. Anche quella di Guido poteva essere soffiata via con alcune parole che gli dessero il necessario entusiasmo.Ada m'accompagnò sul pianerottolo e restò li, appoggiata alla ringhiera, a vedermi scendere. Così aveva fatto sempre Carla, ma era strano lo facesse Ada che amava Guido, ed io gliene fui tanto grato che, prima di passare alla seconda branca della scala, alzai anche una volta il capo per vederla e salutarla. Così si faceva in amore ma, si vedeva, anche quando si trattava di amore fraterno.” Italo Svevo libro La coscienza di Zeno Origine: La coscienza di Zeno, Storia di un'associazione commerciale, p. 424
“Ada si accorse chiaramente che il treno si stava fermando. In quel momento avrebbe potuto mettere fine a quella conversazione, va bene, perfetto, buona notte, e da quel momento in poi avrebbe continuato a viaggiare su un altro treno, probabilmente in direzione opposta. Ma rimase seduta. Fissò per un momento il suo viso riflesso nel finestrino contro uno sfondo nero. Guardò Alev, la persona che gli stava di fronte, all'altra estremità del cavo telefonico. Il treno si rimise in movimento con uno scossone.” Juli Zeh (1974) scrittrice tedesca Origine: Gioco da ragazzi, p. 249
“Per strada i maschi che incrociavamo ci guardavano tutte, belle, belline, brutte, e non tanto i giovani, quanto gli uomini fatti. Andava così sia nel rione che furi del rione, e Ada, Carmela, io stessa - specialmente dopo l'incidente coi Solara - avevamo imparato d'istinto a tenere gli occhi bassi, a far finta di non sentire le porcherie che ci dicevano e tirare avanti. Lila no. Andare a spasso con lei la domenica diventò un elemento permanente di tensione. Se qualcuno la guardava lei ricambiava lo sguardo. Se qualcuno le diceva qualcosa lei si fermava perplessa come se non credesse che parlavano a lei, e a volte rispondeva incuriosita. Tanto più che, cosa fuori del comune, quasi mai le rivolgevano quelle oscenità che quasi sempre riservavano a noi.” Elena Ferrante libro L'amica geniale My Brilliant Friend
“L'insensibilità è tipica anche dei personaggi negativi di Jane Austen: Lady Catherine, Mrs Norris, Mr Collins o i Crawford. Il tema ricorre inoltre nell'opera di Henry James e negli eroi-mostro di Nabokov, Humbert, Kinbote, Van e Ada Veen. In questi romanzi l'immaginazione è equiparata all'empatia, alla capacità di immedesimazione: non possiamo vivere ciò che hanno vissuto gli altri, però in letteratura siamo in grado di comprendere anche i personaggi più mostruosi. Un bel romanzo è quello che riesce a mostrarci la complessità degli individui, e fa sì che tutti i personaggi abbiano una voce; è allora che un romanzo si può definire democratico - non perché sostiene la democrazia, ma per la sua stessa natura. L'empatia è il cuore di Gatsby, come di molti altri grandi romanzi - non c'è niente di più riprovevole che restare ciechi di fronte ai problemi e ai dolori altrui. Non vederli significa negare la loro esistenza.” Azar Nafisi libro Leggere Lolita a Teheran Reading Lolita in Tehran
“Rivivo la mia vita come guardando un lungo film. La giovinezza difficile in un'isola deserta. L'evasione verso il Nord, Ca' Foscari, l'antifascismo e il fascismo a Venezia. L'incontro a Roma con Giovanni Amendola. L'Enciclopedia Treccani e il gruppo degli antifascisti. L'amicizia con Cattani, Fenoaltea, Gallo Granchelli, la casa di Ruini e gli incontri con de Ruggiero, Luigi Russo, Valgimigli. Il trasferimento a Milano e casa Mattioli, la fraterna amicizia con Adolfo Tino e poi, nella Comit, con Enrico Cuccia e Corrado Franzi. L'amicizia e la frequentazione continua di Ferruccio Parri, dei Damiani, di Bruno Quarta e di Morandi, della famiglia Bauer, di Ada Rossi. I viaggi a Roma, Napoli e Parrella. Uno straordinario viaggio con Mattioli, da Milano attraverso Torino distrutta dai bombardamenti fino a Dogliani per vedere Einaudi. La costituzione del Partito d'Azione, l'uscita clandestina del primo numero dell'"Italia libera" a Milano, Albertelli alle Fosse ardeatine. La lotta contro la monarchia nel CLN. Il governo Parri e la scissione del Partito d'Azione. La milizia nel Partito Repubblicano. I governi De Gasperi e le visite al "Mondo", il ricordo di Mario Pannunzio, la battaglia per il centro-sinistra e le delusioni. La crisi, i comunisti e il compromesso storico. Alla fine una grande amarezza. Ora osservo che non c'è quell'Italia che avevamo in mente.” Ugo La Malfa (1903–1979) politico italiano Origine: Intervista sul non – governo, p. 124
“Ci chiediamo soltanto perché quell'educazione facesse sì che chi la riceveva fosse consciamente e inconsciamente in favore della guerra. Consciamente, perché, è ovvio, era obbligata a usare tutta la sua influenza per tenere in piedi il sistema che le forniva servitù, carrozze, bei vestiti, ricevimenti: che erano i mezzi per arrivare al matrimonio. Consciamente, doveva usare tutta la sua bellezza e le sue attrattive per adulare e blandire l'uomo d'affari, l'uomo d'armi, l'uomo di legge, l'ambasciatore, il ministro che volevano ricrearsi dopo le fatiche della giornata. Consciamente doveva accettare i loro punti di vista e assecondare i loro dettami perché solo così poteva indurli a concederle i mezzi per sposarsi o a sposarla. Insomma, ogni suo sforzo cosciente non poteva che essere in favore di quello che Lady Lovelace ebbe a definire "il nostro glorioso Impero"…"il cui prezzo", aggiunge, "viene pagato principalmente dalle donne". E chi può smentirla, o dubitare che fosse un prezzo molto alto? Ma ancora più decisamente in favore della guerra era forse la sua influenza inconscia. Come possiamo spiegare altrimenti l'assurda agitazione dell'agosto del 1914, quando si videro le figlie degli uomini colti che avevano ricevuto questo tipo di educazione precipitarsi negli ospedali, alcune accompagnate dalla cameriera, guidare autocarri, lavorare nei campi e nelle fabbriche di munizioni, e usare le loro inesauribili riserve di fascino e di simpatia per convincere i giovani che combattere era eroico, e che i feriti sul campo di battaglia erano degni di tutte le loro cure e di tutto il loro encomio? La spiegazione va cercata, ancora una volta, in quel tipo di educazione. Così profondo era il disgusto della figlia dell'uomo colto per la casa paterna, con la sua crudeltà, la sua grettezza, la sua ipocrisia, la sua immoralità, la sua vacuità, che era disposta a intraprendere qualunque lavoro, per servile che fosse, a esercitare qualunque fascino, per fatale che fosse, pur di sfuggirvi. Perciò consciamente voleva "il nostro glorioso Impero"; perciò inconsciamente voleva la nostra gloriosa guerra.” Virginia Woolf libro Le tre ghinee Le tre ghinee