Variante: Ci fu un tempo, non tanto lontano, in Occidente, in cui il carattere laico e moderno del presidente iracheno era apprezzato, se non proprio esaltato. Il confronto con Khomeini concedeva un notevole vantaggio a Saddam Hussein. Di fronte alla rivoluzione islamica di Teheran, esportatrice di un oscurantismo inquietante, la classica dittatura di Bagdad, senza propositi missionari, sembrava un argine non solo accettabile ma provvidenziale. E' capitato a molti di noi di scrivere o di pensare qualcosa del genere durante la guerra Iran-Iraq. L'Iraq non era proprio una diga democratica, questo no, questo nessuno ha osato dirlo: ma un utile sbarramento laico e moderno, ossia efficiente, sì: un argine, appunto, in grado di contenere un fanatismo come quello iraniano ansioso di ricondurre le società musulmane ai secoli più bui della loro storia, e di aggredire attraverso il terrorismo gli infedeli dell' Occidente europeo e americano. Al contrario degli ayatollah iraniani, i dirigenti del partito Baas iracheno non erano considerati una minaccia alla stabilità del Golfo, vale a dire del mercato del petrolio. Khomeini costruiva moschee, Saddam Hussein scuole e ospedali e caserme. Egli dedicava, è vero, una particolare attenzione a quest' ultime ed anche alle prigioni, come del resto faceva Khomeini, ma, al contrario di Khomeini, era al tempo stesso favorevole all'emancipazione delle donne, alle quali a Bagdad non veniva imposto il ciador. Quando negli acquitrini della Mesopotamia meridionale, dove si incontrano il Tigri e l'Eufrate, furono scoperti nel 1984 migliaia di giovani iraniani uccisi dai gas iracheni, la nostra morale non fu affatto scossa. L' utilità di Saddam Hussein, in quanto diga del fondamentalismo musulmano, placava le nostre coscienze. Soltanto quattro anni dopo, quando i gas furono usati per mattare la città curda di Halabja, ci furono alcune reazioni.
“[…] come mai, se gli iracheni odiavano tanto Saddam Hussein, costui era riuscito a sconfiggere l'Iran di Khomeyní dopo otto anni di una guerra di aggressione da lui impostaci con lo slogan di esportare la rivoluzione cominciando dall'Iraq? Americani: la vittoria sull'Iran di Khomeyní non è stata una faccenda breve, ma è venuta solo dopo otto anni di dure operazioni militari in cui sono cadute migliaia di iracheni e centinaia di migliaia di iraniani.”
Argomenti
iracheno , migliaio , aggressione , slogan , faccenda , operazione , centinaio , militare , caduto , rivoluzione , vittoria , americano , guerra , venuta , dopo , breve , tanto , iranianoSaddam Hussein 66
politico iracheno 1937–2006Citazioni simili

Origine: Da La vittoria politica di Saddam negli incubi dei governi arabi http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/02/09/la-vittoria-politica-di-saddam-negli-incubi.html?ref=search, la Repubblica, 9 febbraio 1998.

Origine: Citato in Da domani nel Golfo le fregate italiane. Rafsanjani: "attenti" http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/10/03/da-domani-nel-golfo-le-fregate-italiane.html?ref=search, la Repubblica, 3 ottobre 1987.
Variante: L'invasione del regno degli emiri Sabah è il più recente capitolo del sanguinoso romanzo del Golfo, che dal ritiro britannico al di qua del Canale di Suez non ha ancora trovato una potenza militare capace di imporsi. Lo scià Reza Pahlevi c'era quasi riuscito. Con l'avvento di Khomeini e l'indebolimento dell' Iran rivoluzionario l' Iraq si è preso la rivincita. Adesso Saddam Hussein gioca tutte le sue carte, che non sono poche.

“Una guerra in Iran sarebbe, a mio avviso, molte volte peggiore della guerra in Iraq.”
Dichiarazione del 14 maggio 2019
Origine: Citato in Sanders avverte che una guerra con l'Iran sarebbe "molto peggio della guerra in Iraq" https://www.controinformazione.info/sanders-avverte-che-una-guerra-con-liran-sarebbe-molto-peggio-della-guerra-in-iraq/, Controinformazione.info, 15 maggio 2019.

An open letter from President Saddam Hussein to the rulers of Iran