“La terra è come un ponte per attraversare un fiume: serve solo a sostenere i nostri piedi. Noi siamo in questo mondo, ma non siamo di questo mondo, giacché tutti i giorni diciamo:" Padre nostro che sei nei cieli…". Per avere la nostra ricompensa dobbiamo pertanto aspettare di essere "a casa nostra" nella casa del Padre.”

Pensieri scelti

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 24 Aprile 2023. Storia
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Giovanni Maria Vianney 51
presbitero francese 1786–1859

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“Lascia padre, madre, casa, terra e seguimi. Chi abbandona tutto riceve di più. Questo è vero tanto intellettualmente quanto moralmente.”

Ralph Waldo Emerson (1803–1882) filosofo, scrittore e saggista statunitense

Citato in Ralph Waldo Emerson: Il pensiero e la solitudine

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“Padre nostro che sei nei cieli | restaci pure | quanto a noi resteremo sulla terra | che a volte è così bella.”

Jacques Prevért (1900–1977) poeta e sceneggiatore francese

Pater Noster
Parole

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“E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo.”

Gesù (-7–30 a.C.) fondatore del Cristianesimo

23, 9
Nuovo Testamento, Vangelo secondo Matteo

Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“[…] Lui pensava, davvero, che gli uomini stanno sulla veranda della propria vita (esuli quindi da se stessi) e che questo è l'unico modo possibile, per loro, di difendere la propria vita dal mondo, giacché se solo si azzardassero a rientrare in casa (e ad essere se stessi, dunque) immediatamente quella casa regredirebbe a fragile rifugio nel mare del nulla, destinata ad essere spazzata via dal mare dell'Aperto, e il rifugio si tramuterebbe in trappola mortale, ragione per cui la gente si affretta a riuscire sulla veranda (e dunque da se stessa), riprendendo posizione là solo dove le è dato di arrestare l'invasione del mondo, salvando quanto meno l'idea di una propria casa, pur nella rassegnazione di sapere, quella casa, inabitabile. Abbiamo case, ma siamo verande, pensava.”


Variante: […] Lui pensava, davvero, che gli uomini stanno sulla veranda della propria vita (esuli quindi da se stessi) e che questo è l'unico modo possibile, per loro, di difendere la propria vita dal mondo, giacché se solo si azzardassero a rientrare in casa (e ad essere se stessi, dunque) immediatamente quella casa regredirebbe a fragile rifugio nel mare del nulla, destinata ad essere spazzata via dal mare dell'Aperto, e il rifugio si tramuterebbe in trappola mortale, ragione per cui la gente si affretta a riuscire sulla veranda (e dunque da se stessa), riprendendo posizione là solo dove le è dato di arrestare l'invasione del mondo, salvando quanto meno l'idea di una propria casa, pur nella rassegnazione di sapere, quella casa, inabitabile. Abbiamo case, ma siamo verande, pensava. […]

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“Qualsiasi giovane ha un padre scorbutico
ed odioso in casa, acquista grandi mali.”

Euripide (-480–-406 a.C.) tragediografo ateniese

frammento 500
Frammenti di alcune opere, Melanippe incatenata

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