“A quella sera in particolare, non ci fosse altro motivo per ricordarsene, si ripenserà per la stranezza del suo tramonto. Il cielo sembrava coperto di vivide e quasi palpabili piume, così che quasi ci si sentiva vellicare il viso. Erano grigie, con le più fantasiose sfumature di viola, di lilla, di verde pallido e di un rosa totalmente innaturale, ma verso ovest il cielo diventava di uno splendore indescrivibile, trasparente e appassionato e le ultime piume rosso sangue coprivano il sole come fosse troppo bello perché lo si potesse guardare, eppure tutto apparteneva così profondamente alla terra che pareva racchiudere un violento segreto. L'intero empireo era un segreto, come quell'embrione meravigliosamente piccolo da cui si sviluppa l'amore per il proprio paese.”

Origine: L'uomo che fu Giovedì. Storia di un incubo, p. 21

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 04 Giugno 2020. Storia
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Gilbert Keith Chesterton 253
scrittore, giornalista e aforista inglese 1874–1936

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“Le parole sono lame d'erba che attraversando gli ostacoli, germogliano sulla pagina; lo spirito delle parole che si muove nel corpo è concreto e palpabile come la carne; la fame di creare è altrettanto materiale quanto le dita e la mano. Guardo le mie dita, vedo crescervi piume. Dalle dita, mie piume, inchiostro nero e rosso cola sulla pagina.”

Gloria Anzaldúa (1942–2004)

da Terre di confine. La frontera, a cura di Paola Zaccaria, Palomar, Bari, 2000, p. 113.
Origine: Citato in Pierre Lepori, Wolf in translation; in Louis Wolfson, Cronache da un pianeta infernale, a cura di Pietro Barbetta ed Enrico Valtellina. Con un saggio del premio Nobel J.M.G. Le Clézio, Manifestolibri, 2014, pp. 92-93. ISBN 978-88-7285-757-1

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“Camminavo lungo la strada con due amici, quando il sole tramontò. Il cielo si tinse all'improvviso di rosso sangue. Mi fermai. Mi appoggiai, stanco morto a un recinto. Sul fiordo nero azzurro e sulla città, c'erano sangue e lingue di fuoco. I miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura e sentivo che un grande urlo, infinito, pervadeva la Natura.”

Edvard Munch (1863–1944) pittore norvegese

Origine: Dal Diario personale in Frammenti sull'arte, Abscondita, 2007, p. 48; citato in Francesco Eugenio Negro, L'uomo come opera d'arte: etica ed estetica in medicina, FrancoAngeli, 2012, p. 67 https://books.google.it/books?id=1FOUeUQoW8kC&pg=PA67. ISBN 8856844850

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“La dolcezza del tuo volto emana così tanta luce vitale che il cielo intero si tinge di rosso, imbarazzato dal tuo splendore.”

Prevale (1983) disc jockey, produttore discografico e conduttore radiofonico italiano

Origine: prevale.net

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“Non c'è neve più bella di quella del sabato sera. Somiglia a piume di ali angeliche.”

Shmuel Yosef Agnon (1888–1970) scrittore israeliano

da Il proscritto, vol. III p. 19; citato in prefazione a Il torto diventerà diritto

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