“La novella del Bandello, attraverso versioni e elaborazioni straniere, o direttamente, come taluno dubita, giunse come noto allo Shakespeare, e diede materia ad una delle maggiori manifestazioni dell'arte sua. Questi, abbandonatone il cognome, ammise Paride nella sua tragedia, facendone anzi un parente del principe di Verona, e lo costituì come uno dei principali attori dell'opera, creandogli una personalità quale veramente non apparisce nelle novelle italiane.»”

da Il promesso sposo di Giulietta Cappelletti, in Tutte le opere, vol. 3

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia

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“Una novella d'intonazione tragica, quando è come dev'essere, deve, come la tragedia, scuotere, non commuovere.”

Theodor Storm (1817–1888) poeta e scrittore tedesco

Origine: Dalla prefazione di Aldo Fulizio a Storia di Hans e Heinz Kirch, introduzione e traduzione di Aldo Fulizio, Edizioni Paoline, Catania, 1962, p. 10.

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“Ciò che Shakespeare non poté essere praticamente, ovvero il mimo di tutti i suoi ruoli, può esserlo con la massima precisione il compositore giacché egli ci parla direttamente attraverso ogni musicista che ne esegue l'opera.”

Richard Wagner (1813–1883) compositore, librettista, direttore d'orchestra e saggista tedesco

Origine: Musikdrama: scritti teorici sulla musica, p. 32

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“Italia | assunta novella tra le genti.”

Giosue Carducci (1835–1907) poeta e scrittore italiano

Cadore, vv. 163-164
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“Quanto al conte di Lodrone il Bandello che doveva bene avere conoscenza di quella famiglia e che probabilmente preparò o anche scrisse la sua novella a Verona quando vi si trovava nel 1531, gli diede il nome di Paride, il nome cioè usuale e caratteristico della casa, portato durante il secolo XV e anche dopo da parecchi individui di quella e illustrato specialmente da Paride detto Il Grande e dal suo nipote di Castel Romano, condottieri notissimi il primo nella prima metà di quel secolo nelle guerre tra Venezia e Milano, il secondo a' servizi di Venezia talvolta, e talvolta dei tedeschi, più tardi e fino al 1509… Veggansi i punti nei quali si tratta del Lodrone: "In questo tempo fu messo perle mani a messer Antonio il conte Paris di Lodrone, giovane di ventiquattro in venticinque anni, molto bello e ricco, e praticamente questo partito con non poca speranza di buon fine, messer Antonio lo disse alla moglie ed ella, parendole cosa buona e molto onorata, lo disse alla figliola." A questa lo ripeté poco dopo il padre: "t'ho ritrovato uno sposo molto nobile ricco e bello il quale è signore e conte di Lodrone". E a lei riluttante egli, indignato per questo e quasi vicino a percuoterla, impose che "volesse o no, fra tre o quattro giorni ella deliberasse andare con la madre e altri parenti a Villafranca, perciocché quivi doveva venir il conte Paris con la sua compagnia a vederla". Colà si provò poi il conte "il quale nella messa la vide, e, benché fosse pallida e melanconica, gli piacque e vene a Verona, dove con messer Antonio stabilì il parentado." Giulietta allora corse dal confesore e gli disse: "io non veggio via da svilupparmi da questo Lodrone, che ladrone e assassino mi pare volendo le cose altrui rubare. E qui cessa, anche nel Bandello la parte del promesso sposo di lei".»”

Giuseppe Papaleoni (1863–1943) storico italiano

da Il promesso sposo di Giulietta Cappelletti, in Tutte le opere, vol. 3

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