“E ancora commette un peccato con l'approvazione della rivolta armata in Polonia contro il regime comunista, indirettamente messa in atto da Giovanni Paolo II. A settembre del 1981 il congresso di Solidarnosc decreta la leadership di Lech Walesa, al quale vengono inviati grossi finanziamenti da parte dello IOR per una insurrezione; parallelamente il capitano della Guardia Svizzera Alois Estermann, membro dell'Opus Dei, si reca più volte a Varsavia e Danzica per coordinare l'arrivo di armi dalla Scandinavia. Tutto questo grazie ad una fitta rete di spionaggio e con il pieno appoggio della prelatura dell'Opus Dei.”

Origine: I peccati del Vaticano, p. 203

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 04 Giugno 2020. Storia

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“La Polonia ha già una delle leggi sull'aborto più restrittive d'Europa. L'approvazione da parte del parlamento di questo testo sarebbe un passo che metterebbe la Polonia in contraddizione con gli obblighi di rispettare i diritti umani che ha a livello internazionale.”

Nils Muižnieks (1964) politologo e attivista lettone

Origine: Citato in Consiglio d'Europa, Polonia respinga legge "stop all'aborto" http://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2018/03/23/consiglio-deuropa-polonia-respinga-legge-stop-allaborto_b356a837-d97e-4b0c-ab22-6fd6bbf7b0d8.html, Ansa.it, 23 marzo 2018.

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“Konstantin Rokossovskij: Non posso entrare in dettagli, ma posso dirti questo: dopo varie settimane di duri combattimenti nella Bielorussia e nella Polonia orientale, avevamo raggiunto i sobborghi di Praga. Allora i tedeschi lanciarono 4 divisioni corazzate e fummo respinti.
Alexander Werth: Respinti di quanto?
Konstantin Rokossovskij: Non posso dirtelo esattamente. Diciamo di circa 100 chilometri.
Alexander Werth: Indietreggiate ancora?
Konstantin Rokossovskij: No, si ricomincia ad avanzare. Ma lentamente.
Alexander Werth: Ritieni che il 1° agosto avreste potuto prendere Varsavia in qualche giorno?
Konstantin Rokossovskij: Se i tedeschi non avessero lanciato nella battaglia quelle unità corazzate, avremmo preso Varsavia, ma non con un attacco frontale. In ogni modo avevamo soltanto 50 probabilità su 100. Non avevamo escluso un contrattacco tedesco a Praga. Tuttavia sappiamo che prima dell'arrivo delle divisioni corazzate, i tedeschi di Varsavia erano in preda al panico: facevano le valigie in fretta e furia.
Alexander Werth: In tali circostanze era giustificata l'inmsurrezione di Varsavia?
Konstantin Rokossovskij: No. È stato un terribile errore. Gli insorti hanno cominciato di loro iniziativa senza averci consultato.
Alexander Werth: Sì, ma c'era stata una notizia da radio Mosca che li incitava alla rivolta.
Konstantin Rokossovskij: Quella era una routine. La radio Swit li chiamava pure alla rivolta, senza dimenticare i servizi polacchi della BBC, almeno così è stato detto; non ho ascoltato quelle trasmissioni. Siamo seri: una insurrezione armata in un luogo come Varsavia sarebbe potuta riuscire soltanto se fosse stata accuratamente coordinata con l'azione dell'Armata Rossa. La questione della data aveva una importanza capitale. Gli insorti di Varsavia erano male armati, e la sollevazione avrebbe avuto senso solo se noi fossimo stati sul punto di entrare in Varsavia. Ma non c'era da parlarne in quella fase della battaglia. Riconosco però che certi corrispondenti sovietici si siano mostrati troppo ottimisti il 1° agosto. Venivamo respinti; nel migliore dei casi non avremmo potuto raggiungere Varsavia prima di metà agosto. Ora le circostanze ci sono state sfavorevoli. Sono cose che succedono in guerra: vedi Harkov nel marzo 1943 e Zitomir nell'Inverno scorso.
Alexander Werth: Pensate di poter ritornare a Praga nelle prossime settimane?
Konstantin Rokossovskij: Tutto quello che posso dire è che cercheremo di prendere Praga e Varsavia. Ma non sarà cosa da poco.
Alexander Werth: Avete però delle teste di ponte a sud di Varsavia.
Konstantin Rokossovskij: Certamente, ma i tedeschi fanno di tutto per eliminarle, e noi subiamo perdite enormi. Pensa che combattiamo senza interruzione da 2 mesi.”

Konstantin Konstantinovič Rokossovskij (1896–1968) generale sovietico

da un discorso del 26 agosto 1944; citato in Alexander Werth, La Russia in guerra, 1941-1945, traduzione di Mario Rivoire, Mondadori, Milano, 1966
verificare la fedeltà della trascrizione

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