“Ho chiesto vergognandomi, ad un mio collega inglese: – Cosa vuol dire istituzione?- Lui non sapeva darmi una risposta, si meravigliava molto della mia scarsa eleganza concettuale, in quanto gli inglesi pensano che gli occidentali siano molto più concettuali, molto più precisi nelle definizioni, mentre loro sono molto pragmatici, e guardandomi mi rispose in maniera pragmatica: "L'istituzione è …- guardandosi intorno – … Questa" indicandomi con le mani. Eravamo in una stanza di un manicomio. E così ho avuto l'illuminazione per cui ho capito che l'istituzione in quel momento eravamo noi due, là, in quel posto che era il manicomio, e quindi ho cominciato a capire che tutti quei discorsi che noi facevamo in quel momento erano discorsi che aprivano o chiudevano quest'istituzione, che eravamo noi due. Se noi facevamo dei discorsi di apertura, l'istituzione era una situazione aperta; se noi facevamo dei discorsi di chiusura l'istituzione era un'istituzione chiusa. Questo era il parlare, ma poi c'era anche il fare; cioè se il personale dell'istituzione la gestisce in maniera chiusa, mentalmente e praticamente, questa è un'istituzione chiusa; se fa il contrario è un'istituzione aperta.”

da Introduzione generale ed esposizione riassuntiva dei vari gruppi di lavori, corso di aggiornamento per operatori psichiatrici, Trieste 1974

Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia

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“Ho chiesto vergognandomi, ad un mio collega inglese: – Cosa vuol dire istituzione?”

Franco Basaglia (1924–1980) psichiatra e neurologo italiano

Lui non sapeva darmi una risposta, si meravigliava molto della mia scarsa eleganza concettuale, in quanto gli inglesi pensano che gli occidentali siano molto più concettuali, molto più precisi nelle definizioni, mentre loro sono molto pragmatici, e guardandomi mi rispose in maniera pragmatica: "L'istituzione è …- guardandosi intorno – … Questa" indicandomi con le mani. Eravamo in una stanza di un manicomio. E così ho avuto l'illuminazione per cui ho capito che l'istituzione in quel momento eravamo noi due, là, in quel posto che era il manicomio, e quindi ho cominciato a capire che tutti quei discorsi che noi facevamo in quel momento erano discorsi che aprivano o chiudevano quest'istituzione, che eravamo noi due. Se noi facevamo dei discorsi di apertura, l'istituzione era una situazione aperta; se noi facevamo dei discorsi di chiusura l'istituzione era un'istituzione chiusa. Questo era il parlare, ma poi c'era anche il fare; cioè se il personale dell'istituzione la gestisce in maniera chiusa, mentalmente e praticamente, questa è un'istituzione chiusa; se fa il contrario è un'istituzione aperta. (da Introduzione generale ed esposizione riassuntiva dei vari gruppi di lavori, corso di aggiornamento per operatori psichiatrici, Trieste 1974)

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“Gesù è dunque un personaggio concettuale. Tutta la sua realtà sta in questa definizione.”

Michel Onfray (1959) filosofo francese

Origine: Trattato di Ateologia, p. 125

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“Ho voglia di rivedere il mio amico Francesco Totti, visto che non risponde ai miei SMS. Anche se fa le pubblicità in inglese, lui in realtà non sa parlarlo, e su questa cosa lo prenderò in giro molto…”

Roger Federer (1981) tennista svizzero

2010
Origine: Citato in Federer: «Vado da Totti. Non risponde agli sms perché non parla l'inglese» http://archiviostorico.gazzetta.it/2010/aprile/25/Federer_Vado_Totti_Non_risponde_ga_10_100425064.shtml, Gazzetta dello Sport, 25 aprile 2010.

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“Se, leggendoti, penso che menti bene, vuol dire che hai del talento. Se arrivi a farmi credere che sei sincero, vuol dire che hai molto talento.”

Pierre Reverdy (1889–1960) poeta e aforista francese

Citato in Le petit philosophe de poche, Textes réunis par Gabriel Pomerand

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