“Chi concepì il godimento come del tutto disgiunto da ragione in nulla differisce da un sozzo animale. Ma un onesto piacere non lo ritengo di molto inferiore, se bene vogliamo intendere, a quello che è il vero godimento cristiano. Consiste infatti in quella sicurezza e tranquillità dell'animo in cui non vi sono più stimoli, non moti tumultuosi, non turbamenti. I greci lo chiamano alipìa e noi potremmo chiamarlo in modo non improprio indolenza”
indolentia
Origine: Da una epistola a Bartolomeo Fracanzani sul sommo bene; citato in Eugenio Garin, Storia della filosofia italiana, terza ed., Edizione CDE su licenza della Giulio Einaudi editore, Milano, 1989, vol. 1, p. 309.
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“L'uomo è molto più atto ad affrontare il dolore che ad accogliere il godimento.”
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“Il godimento sensuale si è eretto ad assoluto, s'è posto al di là del Bene e del Male.”
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Variante: La mia avventura terrestre volge al termine. Il mio nome sarà scalzato a martellate, come quello di Malatesta dai monumenti di Pesaro; i serpenti cancelleranno le mie tracce, come cancellarono quelle dell'esercito di Pompeo. Sono stato prima di tutto un essere di godimento, poi un creatore letterario, poi più nulla. Il godimento l'ho avuto, le mie opere le ho create per godere, e così è stato. Per cui, ripeto, tutto è bene quel che finisce bene. (da La marée du soir. Carnets 1968-1971)
“[…] non vi è godimento più puro che quello della contemplazione.”
Origine: Il fanciullo meraviglioso, p. 147