“Onusto di gravi responsabilità per il disastro di Taranto del 12 novembre andava ad assidersi nella poltrona di sottocapo di stato maggiore della marina, dove si installò, come abbiamo detto il 10 dicembre successivo, prendendo nelle sue mani la direzione della guerra marittima, in compartecipazione con l'ammiraglio Riccardi.
Ciò conferma, dunque, che si poteva mancare al proprio dovere non solo senza pericolo di sanzioni, ma con la probabilità di riceverne una ricompensa. (cap. 14, p. 151)”
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Antonino Trizzino
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libro
Navi e poltrone
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