“Le Costituzioni 'libere' più rispettate sono quelle dei paesi nei quali elevato è il numero dei cittadini che disertano le urne, perché convinti che la sfera del 'privato' – da cui dipendono i loro interessi individuali – è intangibile dalle iniziative del potere.”

da Una Repubblica migliore per gli italiani, Milano, Giuffré 1983, pag. 4

Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia
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Gianfranco Miglio 38
giurista, politologo e politico italiano 1918–2001

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“Sono editore de Il Giornale da molti anni e ne ho rispettato l'indipendenza, non usandolo mai – così come non ho usato le reti Tv – per portare avanti iniziative nell'interesse della Fininvest.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

1990
Origine: Citato in Berlusconi spiega perché può rinunciare a Repubblica http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/04/04/berlusconi-spiega-perche-puo-rinunciare-repubblica.html, la Repubblica, 4 aprile 1990.

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“La differenza tra il cittadino e il suddito sta in questo: che al cittadino sono imposti pochi obblighi e pochi divieti, rispettati i quali è un uomo libero; il suddito è un soggetto a cui sono imposti milioni di obblighi e di divieti la cui violazione è abitualmente tollerata, ma se alza la testa gli fanno la lista di tutte le violazioni che ha fatto fino a quel momento.”

Piercamillo Davigo (1950) magistrato italiano

Origine: Dalla presentazione del libro Farla Franca. La legge è uguale per tutti?, Modena, 13 marzo 2012. Video http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=AHfwsFpYAW0#t=85s disponibile su Youtube.com.

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“Nella sfera divina volere è potere; nella sfera umana volere è poco, bisogna potere.”

Henri Fréderic Amiel (1821–1881) filosofo, poeta e critico letterario svizzero

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“Da molti anni, vado riflettendo sul fatto che forse il vero bipolarismo (trasversale agli attuali schieramenti) è tra chi vuole una legge in più e chi una in meno, tra chi vuole un intervento dello stato in più e chi uno in meno, tra chi vuole un allargamento della sfera di decisione pubblica o collettiva e chi invece preferirebbe un irrobustimento della sfera di decisione individuale e privata. Personalmente, ritengo sempre più desiderabile la seconda opzione: vale per l'economia tanto quanto per le libertà personali. Da anni, un intellettuale coraggioso come Alain Finkielkraut ci spiega che una società libera non è un "accumulo di diritti”

Daniele Capezzone (1972) politico italiano

diritto a questo, diritto a quello...). Questa impostazione ha già avuto un peso, a mio avviso negativo, su una parte della nostra Costituzione (diritto alla casa, diritto al lavoro, e così via: solennemente proclamati, e ovviamente irrealizzabili, in quei termini). Ora l'errore più grave sarebbe quello di trasferire questo "metodo" anche in altri ambiti: quando invece il tema non sarebbe quello di chiedere un "diritto" codificato in più, ma una facoltà in più, o un divieto in meno, o un intervento pubblico in meno. (da Il Foglio, 24 febbraio 2011)

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