“Mio padre era un ateo e descriveva sempre sé stesso come un Serbo. Ok, possiamo essere stati Musulmani per 250 anni, ma eravamo ortodossi prima di quello e nel profondo siamo sempre stati Serbi, la religione non può cambiare questo fatto. Siamo diventati Musulmani solo per sopravvivere ai Turchi.”

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 06 Aprile 2023. Storia
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regista, musicista e sceneggiatore jugoslavo 1954

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“L'ISIS non è musulmano. Nessuna religione perdona lo sterminio di innocenti, e la maggior parte delle vittime dell'Isis sono stati dei musulmani.”

Barack Obama (1961) 44º Presidente degli Stati Uniti d'America

da un discorso ufficiale del 9 settembre 2014
2014

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“Credo che tutte le religioni e tutte le opinioni abbiano lo stesso valore e vadano rispettate, conosciute e amate. Non importa se sei cristiano, musulmano, ebreo o ateo. È importante essere una buona persona.”

Moran Atias (1981) attrice e modella israeliana

Origine: Citato in Aldo Nove, Intervista a Moran Atias http://www.corriere.it/Primo_Piano/Spettacoli/2003/02_Febbraio/03/moran_pop.shtml, Corriere della Sera, 3 febbraio 2003.

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“Milosevic è una vistosa reliquia del nazionalismo primitivo, quello che, su scala assai più grande, con le sue degenerazioni ideologiche, ha provocato le tragedie del '900 europeo. È a questo nazionalismo, ricreatosi a pochi minuti di volo dalla nostra costa adriatica, che la Nato ha dichiarato di fatto la guerra. Quasi volesse distruggerlo prima di entrare nel nuovo millennio. È roba da lasciare al secolo che se ne va. Fallito il comunismo, anche nella sua eccentrica versione jugoslava, Milosevic si è gettato in quel nazionalismo: e nel giugno '89 ha dato solennità alla conversione recandosi nella pianura di Kosovo Polje, ai piedi del monumento alla battaglia del 1389 (da cui cominciò il dominio ottomano, durato quasi mezzo millennio), per annunciare che "mai più i serbi si sarebbero lasciati maltrattare". Con quel gesto e quelle parole Milosevic ha spazzato via tutto quel che Tito aveva fatto per contenere i nazionalismi balcanici. E ha dato il via, in modo più o meno diretto, a una serie di massacri in cui i serbi sono stati carnefici ma anche vittime, e da cui sono sempre usciti sconfitti. Sono stati ripudiati dagli sloveni e dai croati, e molti loro insediamenti secolari sono stati scalzati dalle province di confine bosniache e croate. E adesso il Kosovo. Il nazionalismo serbo assume a tratti una colorazione religiosa e messianica, ereditata dal ruolo nazionale che la Chiesa ortodossa ha avuto nei secoli. Nell'Europa occidentale il territorio della nazione si è sostanzialmente delineato prima che si creassero una lingua e una cultura comune. Al contrario la nazione serba non ha un quadro territoriale di riferimento. Le comunità, non sempre maggioritarie tra cattolici, ebrei e musulmani, si identificavano in rapporto alla Chiesa serba. Era serbo chi era ortodosso. Si sono così creati spazi mistici. Sono nate rivendicazioni territoriali stravaganti, dettate dagli avvenimenti politici del momento e dalle leggende. I poemi nazionali hanno cantato per secoli il Kosovo come "culla del popolo serbo", e così lo è diventato di fatto, e tale è rimasto benché abitato al novanta per cento da albanesi. Crollato il comunismo, Milosevic ha sfruttato quel sentimento, attorno al quale, nei momenti di tensione, si raccolgono anche tanti serbi di solito estranei ad ogni tipo di estremismo. La letteratura serba è generosa in opere in cui si piangono le terre perdute e in cui la nostalgia diventa passione violenta.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano
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