“[…] quando i grandi di questo mondo si mettono ad amarvi, è che vogliono ridurvi in salsicce da battaglia. […] È con l'amore che comincia. Luigi XVI, lui almeno, ricordiamocelo, se ne sbatteva clamorosamente del buon popolo. Luigi XV, lo stesso. Ci si puliva l'anello sfinterico. Non si viveva tanto bene, ma non mettevano nello sbudellarli la testardaggine e l'accanimento che vediamo nei nostri tiranni di adesso. […] I filosofi, son loro […] che hanno cominciato a raccontargli delle storie al buon popolo… Lui che conosceva solo il catechismo! Si son messi, proclamarono loro, a educarlo… Ah! Ce ne avevano di verità da rivelargli! E di belle! […] È così! ecco che ti comincia a dire il buon popolo, è proprio così! Assolutamente così! Moriamoci per 'sta roba! Domanda solo di morire il popolo! È fatto così. "Viva Diderot", si son messi a gridare e poi "Bravo Voltaire."”

2011, p. 80
Viaggio al termine della notte

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia
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Louis-ferdinand Céline 151
scrittore, saggista e medico francese 1894–1961

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“Un popolo non comincia a vivere quando la storia comincia a scrivere.”

Simion Mehedinţi (1868–1962) geografo rumeno

Origine: Che cos'è la Transilvania?, p. 127

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“Si indicava lo scanno dove sedevano gomito a gomito i sette rappresentanti dell'Haute Garonne, che invitati a pronunciarsi sul verdetto di condanna di Luigi XVI, avevano così proposto uno dopo l'altro: Mailhe, la morte. Delmas, la morte. Projean, la morte, Calès, la morte, Ayral, la morte, Julien, la morte. Desancy, la morte. Eco fatale che riempie in sé tutta la storia, dal giorno in cui fu instaurata la giustizia umana, eco sepolcrale tra le mura di tribunali. Si indicavano a dito gli uomini che avevano espresso il loro tragico giudizio, in tanta confusione; Paganel, che aveva detto: «Un re non può essere utile che con la sua morte. Dunque, a morte»; Millaud, il quale aveva gridato: «Se la morte non esistesse, oggi bisognerebbe inventarla»; il vecchio Raffron du Truillet, che aveva detto: «La morte, al più presto»; Goupilleau, il quale aveva urlato:«Subito al patibolo. Ogni lentezza aggrava la morte»; Sièyès, che aveva espresso con funerea concisione il suo voto: «La morte»; Thuriot, che si era opposto alla proposta di Buzot, tendente a proporre un appello al popolo: « È mai possibile? Le assemblee primarie? È mai credibile? Quarantamila tribunali, processo senza fine. La testa di Luigi XVI avrebbe tempo di incanutire, prima di cadere»; Augustin-Bon Robespierre, che, dopo il voto del fratello, aveva gridato: « Io non riconoscerei umanità che sgozzasse i popoli e perdonasse ai despoti. A morte! Chiedere un rinvio vuol dire appellarsi ai tiranni e non al popolo »; Foussedoire, sostituto di Bernardin de Saint-Pierre, il quale aveva sentenziato: «Sento tutto l'orrore di un'effusione di sangue, ma il sangue di un re non è sangue di creatura umana. A morte!»
Jean-Bon Saint-André che aveva detto: «La libertà dei popoli si identifica con la morte dei tiranni»;
Lavicomterie, assertore di questa formula: «Finchè un tiranno respira, la libertà soffoca. A morte!»; Chateauneuf-Randon, il quale aveva gridato: «Morte a Luigi l'ultimo!» Guyardin che vaeva espresso questo parere: «Deve essere giustiziato alla Barrière – Renversée!» volendo indicare la barriera del Trono; Tellier, il quale aveva detto: «Si deve fondere un cannone che abbia il calibro della testa di Luigi XVI, per combattere i nostri nemici».”

Victor Hugo (1802–1885) scrittore francese

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“Cajo Gracco: Popolo ingiusto è popolo tiranno; Ed io l'amore de' tiranni abborro.”

Vincenzo Monti (1754–1828) poeta italiano

Atto II, p. 139
Cajo Gracco

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