“………. O Saffo, | novella diva a' dii de l'etra aggiunta. | Qual giovinetto, che di carmi è vago, | o che Amor tange e volve, non disìa | su quell'erta montar, cagion di lai? | Chi fior non versa ad ambe mani, e quivi | non impreca a Faòn, core di smalto? | Da l'epiciclo suo spesso, aggiogando | i passeri gemelli a l'aurea biga, | a te scendea Ciprigna, ed oggi il fato | sul pian ti niega di Metimna un sasso, | su cui versando il peregrin qualcuna | goccioletta di pianto, a te ridica: | Saffo carina, addio per sempre, addio.”
Megali del Giudice, pp. 21-22
Xiphias
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canto II, ottava XXXVI, versi 1-2
Orlando furioso
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Due belle, Cintia e Flora, del pari lo accendono. AL SENATORE RENATO TRIULZIO DI MILANO, p. 4)
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