“Sulla neve di Russia la colonna avanzava ininterrottamente puntando all'ovest, dolorando per centomila membra ma instancabile, infrenabile nell'intero corpo in movimento; abbandonava sulla neve i relitti procedendo senza tregua, ed erano ormai corpi vivi che si reclinavano sulla neve, corpi d'uomini che si abbattevano di schianto o poggiavano il ginocchio incapaci a sollevarlo e si chinavano quindi in giù, sempre più in giù con le braccia che affondavano fino al polso, poi fino al gomito, tirate giù dal demone della neve; l'uomo in ginocchio s'afflosciava lentamente, vinto dal richiamo irresistibile […] la neve è morbida come un materasso e non è neppure fredda; si può appoggiarvi perfino la guancia e la frontre senza danno, pare un cuscino, per un minuto solo ci si può stare… i compagni poi si possono raggiungere in fretta, dopo il riposo… questo buon riposo… sulla neve… la neve… un cuscino… non c'è feddo… né fame… né stanchezza… solo sonno… un po'… di sonno… sulla… neve…”

Tempo quarto, Capitolo XXV, p. 316-17
Centomila gavette di ghiaccio

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia

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