“Chi m'intima la morte a suon di squille? | E chi 'l tempo misura al viver mio? | Dovrìa bastar che 'l luminoso Dio | terminasse il mio dì con sue faville. || Dovrìa bastar che l'oriuol da ville)”
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da Sono dov'è il mio corpo. Memoria di un ex deportato a Mauthausen, con Tullio Masoni, La Giuntina, 1997

I pesci non chiudono gli occhi
Variante: Il volersi bene si costruisce. Ma l’amore quello vero, no. L’amore lo senti immediato, non ha tempo. É dire “ti sento”. Un contatto di pelle, un abbraccio, un bacio. Mantenersi, il mio verbo preferito, tenersi per mano. Ti può bastare per la vita intera, un attimo, un incontro. Rinunciarvi è folle, sempre e comunque.

Origine: Dall'intervista di Adolfo Chiesa, Palazzeschi in salottino http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/riviste/UM10029066/1963/n.11, XV, 11, 12 marzo 1963, p. 11.
Origine: Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi, p. 68

“Nella morte l'intimo è denudato.”
Dio inviò suo figlio: cristologia