“Prendere un treno, di quelli che partono puntuali dalla capitale e poi si perdono – come se il tempo non fosse importante oltre una certa linea invisibile. Aspettare in una stazione di campagna desolata e tetra. L'unico mezzo di comunicazione, un vecchio bus. Tornare qui è stancante, snervante. Poco più di 160 chilometri, e oltre tre di viaggio. Non torno da molto a casa, ma le mura scrostate, le scale di marmo consumato, i finestroni traballanti, sono sempre tutti lì. Immobili. E puntualmente mi chiedo come sono finito a vivere qui, dalla Svizzera dove sono nato. Una domanda automatica, che si ripete e ho il timore che si ripeterà per sempre.”
Origine: Da Padre, p. 89.
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scrittore e giornalista italiano 1973Citazioni simili

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Variante: è come costruire una stazione. Una cosa bella e di valore, che è stata importante anche per poco tempo, non sparisce nel nulla per un piccolo errore. Cominciamo col costruirla la stazione anche se non è perfetta. Se non ci fossero le stazioni, i treni non potrebbero fermarsi lì e non potremmo vedere le persone a cui vogliamo bene. Se poi si scoprono dei difetti, si può rimediare dopo. Prima di tutto costruisci la stazione. Una stazione speciale per lei, dove il treno desideri fermarsi, in cui trovare un rifugio, così, anche senza uno scopo preciso. Cerca di immaginarla nella tua mente, quella stazione, di darle concretamente forma e colore. Poi incidi il tuo nome sulla base, e soffiaci la vita.

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