“Alla cifra già vertiginosa di un miliardo di vittime dell'aborto nel corso del Novecento (soprattutto degli ultimi decenni del Novecento) dovrebbero essere aggiunte molte altre vite umane soppresse dalle varie "pillole del giorno dopo" e da sistemi di contraccezione (in realtà abortivi perché impediscono l'annidamento) come la spirale (solo in Francia sono circa due milioni e mezzo le donne che la usano) o da altre pratiche come quella denominata "menstrual regulation."”

Il genocidio censurato

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia

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“Fintantoché le donne usano il potere della classe e della razza per dominare altre donne, la sorellanza femminista non potrà essere realizzata appieno.”

Bell Hooks (1952) scrittore, attivista (femminista)

Origine: Citato in AA.VV., Il libro del femminismo, traduzione di Martina Dominici, Gribaudo, 2019, p. 205. ISBN 9788858022900

“Il più vasto olocausto della storia… un miliardo di vittime… Parlo dell'aborto.”

Antonio Socci (1959) giornalista e scrittore italiano

Il genocidio censurato

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“L'italiano è per il divorzio, l'aborto, la pillola, la fecondazione artificiale, ma spende un milione per il vestito della figlia che va alla prima comunione.”

Cesare Marchi (1922–1992) scrittore, giornalista e personaggio televisivo italiano

Origine: Non siamo più povera gente, p. 14

“Ancor più dei milioni di morti, la cifra specifica dei sistemi totalitari è la distruzione dell'umano: il musulmano ad Auschwitz, il dochodjaga nella Kolyma, simboli di anime e di corpi violati fino all'estremo. E in effetti, per quanto in apparenza indistruttibile, l'umano è stato infinitamente distrutto. Il paradosso più tragico del Novecento sta nel fatto che lo Stato totalitario, sebbene criminale nella sua essenza, è riuscito a proporsi come l'incarnazione storica della Verità, del Bene, della Legge.”

Luigi Fenizi (1944) scrittore italiano

cap. 13, p. 293
Icaro è caduto
Origine: Prigioniero sfinito dal lavoro e dalla fame, senza più alcuna volontà di sopravvivenza.
Origine: Nel gergo dei gulag sovietici, termine analogo a quello di musulmano usato nei lager nazisti.
Origine: Nell'epoca delle repressioni staliniane, la regione attraversata dal fiume Kolyma ospitava uno dei più importanti campi di lavoro forzato.

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