“La Convenzione è tutta e soltanto nella condanna dell'ultimo Capeto; quell'avvenimento sovrasta ogni altro atto; il 21 gennaio domina l'intera sua opera; la terribile assemblea aveva spento con un alito fatale la fiamma monarchica che brillava da diciotto secoli; processando in un solo re tutti i re della terra stabiliva un punto di partenza per la lotta contro il passato. […] Al momento della condanna capitale di Luigi XVI, a Robespierre restavano diciotto mesi di vita, a Danton quindici, a Verniaud nove, a Marat cinque mesi e tre settimane, a Lepelletier-Saint Fargeau un giorno. Corto e affannoso respiro!”

—  Victor Hugo

Ninety-Three

Ultimo aggiornamento 22 Maggio 2020. Storia

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“Sono ormai diciotto mesi che soffro la fame, ma ogni giorno sembra una cosa nuova.”

Giovannino Guareschi (1908–1968) scrittore italiano

Origine: Diario clandestino, p. 162

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“La vera religione ha più che diciotto secoli di vita; essa nacque il giorno in cui nacquero i giorni.”

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“Il Mondiale si vince in diciotto gare e non all'ultima curva dell'ultimo Gran Premio.”

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Origine: "Massa non recrimina" da MSN.it http://notizie.it.msn.com/sport/formula1/articolo.aspx?cp-documentid=10807641 URL consultato il 10-11-08.

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“Si indicava lo scanno dove sedevano gomito a gomito i sette rappresentanti dell'Haute Garonne, che invitati a pronunciarsi sul verdetto di condanna di Luigi XVI, avevano così proposto uno dopo l'altro: Mailhe, la morte. Delmas, la morte. Projean, la morte, Calès, la morte, Ayral, la morte, Julien, la morte. Desancy, la morte. Eco fatale che riempie in sé tutta la storia, dal giorno in cui fu instaurata la giustizia umana, eco sepolcrale tra le mura di tribunali. Si indicavano a dito gli uomini che avevano espresso il loro tragico giudizio, in tanta confusione; Paganel, che aveva detto: «Un re non può essere utile che con la sua morte. Dunque, a morte»; Millaud, il quale aveva gridato: «Se la morte non esistesse, oggi bisognerebbe inventarla»; il vecchio Raffron du Truillet, che aveva detto: «La morte, al più presto»; Goupilleau, il quale aveva urlato:«Subito al patibolo. Ogni lentezza aggrava la morte»; Sièyès, che aveva espresso con funerea concisione il suo voto: «La morte»; Thuriot, che si era opposto alla proposta di Buzot, tendente a proporre un appello al popolo: « È mai possibile? Le assemblee primarie? È mai credibile? Quarantamila tribunali, processo senza fine. La testa di Luigi XVI avrebbe tempo di incanutire, prima di cadere»; Augustin-Bon Robespierre, che, dopo il voto del fratello, aveva gridato: « Io non riconoscerei umanità che sgozzasse i popoli e perdonasse ai despoti. A morte! Chiedere un rinvio vuol dire appellarsi ai tiranni e non al popolo »; Foussedoire, sostituto di Bernardin de Saint-Pierre, il quale aveva sentenziato: «Sento tutto l'orrore di un'effusione di sangue, ma il sangue di un re non è sangue di creatura umana. A morte!»
Jean-Bon Saint-André che aveva detto: «La libertà dei popoli si identifica con la morte dei tiranni»;
Lavicomterie, assertore di questa formula: «Finchè un tiranno respira, la libertà soffoca. A morte!»; Chateauneuf-Randon, il quale aveva gridato: «Morte a Luigi l'ultimo!» Guyardin che vaeva espresso questo parere: «Deve essere giustiziato alla Barrière – Renversée!» volendo indicare la barriera del Trono; Tellier, il quale aveva detto: «Si deve fondere un cannone che abbia il calibro della testa di Luigi XVI, per combattere i nostri nemici».”

Victor Hugo (1802–1885) scrittore francese

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