Frasi dal lavoro
Diario degli errori

Diario degli errori

Pochi libri sono rappresentativi di Flaiano come questo "Diario degli errori", con il suo irresistibile blend di illuminismo tenebroso e pessimismo comico prima che cosmico. Disteso lungo l'arco di un ventennio (dal 1950 ai primi anni Settanta) e costruito avendo negli occhi i luoghi e i volti di tanti viaggi (da Fregene ad Atene, da Parigi a Hong Kong, da Zurigo a New York a Bangkok), il "Diario" brulica infatti di pensieri che sperimentano tutte le forme possibili del rapporto tra la mente e la realtà. Vi troviamo velenosi calembour concentrati come saggi, aforismi e massime perforanti e definitivi, microritratti di taglio, apologhi surreali e corrosivi, sequenze interrotte, tra incanto e sarcasmo: sugli hotel francesi, dove i mobili sono «come nella tavola che sul Larousse accompagna la voce: camera da letto», sulle vetrine olandesi accanto alle case secentesche, sui bambini monaci thailandesi che ridono e bevono il tè, sulla sporcizia e le costruzioni nuovissime di Beirut, sulle «riscattabili» taxi-girl di Hong Kong, sui filippini che cantano senza tregua, e ovviamente sul «paesetto italiano» di giocatori al Totocalcio. L'irrefrenabile tendenza all'autodistruzione della specie umana pervade "Diario degli errori" come un malinconico Leitmotiv: ma la crudele esattezza della tassonomia è in Flaiano venata della pietas del moralista disilluso. Quella pietas che gli fa citare la sublime e disperata invocazione di Pierre ai massoni in Guerra e pace: «Occorre che l'uomo, governato dalle proprie sensazioni, scopra nella virtù attrattive sensuali».


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“Afflitto da un complesso di parità. Non si sente inferiore a nessuno.”

in treno verso Firenze, settembre 1965
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“In amore gli scritti volano e le parole restano.”

23 aprile 1965
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“Aspettando tempi migliori, che non vengono mai.”

Bologna, aprile 1956
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“Chi mi ama mi preceda.”

23 aprile 1965
Diario degli errori
Origine: Riportato anche in Il gioco e il massacro e Le ombre bianche; erroneamente attribuito a Marcello Marchesi.

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“I capolavori oggi hanno i minuti contati.”

Diario degli errori
Origine: Riportato anche in Don't Forget.

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“I versi del poeta innamorato non contano.”

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“L'amore è una cosa troppo importante per lasciarla fare agli amanti”

Diario degli errori
Origine: Probabile riferimento alla citazione attribuita a Charles de Gaulle: «La politica è una faccenda troppo seria per essere lasciata ai politici», che a sua volta parafrasava Georges Clemenceau: «La guerra è una cosa troppo seria per lasciarla in mano ai militari.»

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