Frasi da libro
Il mestiere di vivere. Diario 1935-1950

Il mestiere di vivere: diario 1935-1950 è un diario dello scrittore Cesare Pavese nel quale l'autore annota, sotto forma di appunti frammentari, i suoi pensieri e le sue sensazioni. Iniziato dall'autore mentre era al confino di Brancaleone Calabro e continuato fino alla sua morte costituisce la sua autobiografia. Pubblicato per la prima volta nel 1952 da Einaudi a cura di Massimo Mila, Italo Calvino e Natalia Ginzburg, è tra le più importanti opere postume dello scrittore.

“Far poesie è come far l'amore: non si saprà mai se la propria gioia è condivisa.”
17 novembre 1937
Il mestiere di vivere

“Se è vero che ci si abitua al dolore, come mai con l'andar degli anni si soffre sempre di più?”
21 novembre 1937
Il mestiere di vivere

“Per disprezzare il denaro bisogna appunto averne, e molto.”
2 febbraio 1938
Il mestiere di vivere
Origine: Erroneamente attribuita anche a Catherine Deneuve.

“Vendicarsi di un torto ricevuto è togliersi il conforto di gridare all'ingiustizia.”
5 marzo 1938
Il mestiere di vivere

“Tutti «gli affetti più sacri» non sono che una pigra abitudine.”
12 giugno 1938
Il mestiere di vivere

“L'origine di tutti i peccati è il senso d'inferiorità – detto altresì ambizione.”
21 settembre 1938
Il mestiere di vivere

“L'offesa più atroce che si può fare a un uomo è negargli che soffra.”
5 ottobre 1938
Il mestiere di vivere