Frasi da libro

Rebecca, la prima moglie

“Avrei voluto restare lì seduta, senza parlare, senza dover ascoltare gli altri, riponendo nel cassetto dell'eternità questo momento […]. Maxim e io eravamo seduti qui, mano nella mano, il passato e il futuro non avevano alcuna importanza. La sicurezza stava in questo insignificante frammento di tempo, che lui non avrebbe mai ricordato.”

Daphne du Maurier libro Rebecca, la prima moglie

cap. 9; p. 105
Rebecca

“Volevo restare sola con Maxim e che tyutto tornasse come quando eravamo in Italia. […]
«E mi sto comportando come Jasper, strofinandomi addosso a Maxim. Lui di tanto in tanto mi allunga una carezza, quando se ne ricorda, e io sono tutta compiaciuta, per un attimo gli vengo più vicina. Lui mi ama come io amo Jasper.»”

Daphne du Maurier libro Rebecca, la prima moglie

Jasper è il cane
cap. 9; p. 104
Rebecca

“Da quando avevo bruciato quella pagina, spargendone i resti, era nata in me una nuova fiducia. Il passato non sarebbe esistito, per nessuno di noi, stavamo cominciando da capo, io e lui. Il passato era stato spazzato via come le ceneri nel cestino. Stavo per diventare la signora de Winter. Avrei vissuto a Manderley. […] Forse, una volta che lei fosse partita, lui finalmente avrebbe detto di amarmi, di essere felice. Fino a ora non ce n'era srtato il tempo e, in ogni caso, quelle cose non sono così semplici da esprimere, hanno bisogno del momento giusto.”

Daphne du Maurier libro Rebecca, la prima moglie

cap. 6; pp. 63 sg.
Rebecca

“Non avevo capito nulla e ora mi pareva davvero incredibile. Chissà quanta gente, al mondo, aveva sofferto e continuava a soffrire perché – come me – era incapace di liberarsi dalla propria ragnatela di timidezza e ritrosia e, in preda alla follia e alla cecità, riusciva a costruirsi un muro che impediva di intuire la verità. […] Se avessi fatto un passo avanti, Maxim mi avrebbe raccontato queste cose già quattro, cinque mesi prima.”

Daphne du Maurier libro Rebecca, la prima moglie

cap. 20; p. 279
Rebecca