Frasi dal lavoro
Se non la realtà

Romantico, ironico, divertito, polemico - è l'inatteso viaggiatore di 'Se non la realtà'; ma anche trafitto da inquietudini che affiorano e subito trascolorano in speculazioni imprevedibili. Nelle sue peregrinazioni per l'Italia degli anni Cinquanta, Landolfi raccoglie minuti episodi, frammenti della vita di provincia - una quotidianità sopita che si accende solo all'occhio del visitatore che sa donarle volume narrativo. Per ogni città, scorre davanti a noi una galleria di personaggi tratteggiati in descrizioni tanto vivide da sfiorare e corteggiare il grottesco. Possiamo essere sicuri che Landolfi vede cose che nessun altro ha percepito o annotato. In una corriera diretta a Frosinone incontriamo mangiatori di arance che 'imprendono la loro appiccicosa bisogna sputando semi dappertutto', bambini in preda al vomito aiutati da dame dallo 'stinco peloso', e una 'ripicchiata' professoressa di scuola media che redarguisce tutti. Al casinò, ci troviamo fra una bionda fatale che inebria gli uomini col 'fortore delle ascelle' e un farmacista ormai in rovina ma imperterrito 'inseguitore di numeri ritardatari'. A raccordare queste storie e a renderle memorabili è ancora una volta la lingua di Landolfi, sontuosa e insieme brulicante di piccole schegge allucinatorie, ma soprattutto il suo sguardo, capace di svelare dietro a queste domestiche parvenze un grumo di fermenti angosciosi, densi di funebri presagi e di ossessioni letali.