José Mourinho: Squadra

José Mourinho è allenatore di calcio e calciatore portoghese. Esplorare le virgolette interessanti su squadra.
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“La mia Inter era un gruppo fantastico, anche a livello umano; non era, però, la squadra più forte e per questo era costretta a lavorare il doppio. C'erano diversi giocatori con tanti titoli alle spalle, ma anche diversi ragazzi che in Champions non erano arrivati mai nemmeno ai quarti.”

Real Madrid (2010 – 2013)
Origine: Citato in Mourinho: Inter fantastica non più forte http://www.corriere.it/sport/10_luglio_18/murinho-inter-fantastica_3514e950-928b-11df-929c-00144f02aabe.shtml, Corriere.it, 18 luglio 2010.

“Ho l'esperienza sufficiente per non essere pazzo di gioia perché abbiamo vinto una partita di Champions o perché abbiamo 4 punti in campionato. Io voglio migliorare sempre, il risultato, il modo di giocare. Non cambio la mia filosofia e metodologia di calcio, ho bisogno di tempo per vedere la squadra giocare come voglio io.”

Inter (2008-2010)
Origine: Da un'intervista a Sky Sport 24; citato in Mourinho il perfezionista "Voglio migliorare tutto" http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Squadre/Inter/Primo_Piano/2008/09/18/mourinho.shtml, Gazzetta.it, 18 settembre 2008.

“Questo tipo d'ambiente non è assolutamente nuovo per me, ho già lavorato in una squadra di estrazione latina come il Porto e questa è la nostra passione. La gente latina trasmette emozioni.”

Inter (2008-2010)
Origine: Citato in Mourinho: "Miglioriamo di giorno in giorno" http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Squadre/Inter/Primo_Piano/2008/07_Luglio/26/nourinhocontento.shtml, Gazzetta.it, 26 luglio 2008.

“Posso non venire in conferenza stampa quando la squadra vince, però vengo sempre quando perde. E lo stesso sul campo. Se vinciamo non c'è bisogno che mi faccia vedere. Se perde ci sono sempre. Le vittorie sono per quelli che fanno i fenomeni.”

Real Madrid (2010 – 2013)
Origine: Da Marca; citato in Tancredi Palmeri Il blob della settimana http://www.gazzetta.it/gallery/Calcio/01-2012/blob/variabili-81183807776.shtml#14, Gazzetta.it, 16 gennaio 2012.

“Capello si deve ritenere molto fortunato, perché ha la possibilità di lavorare con alcuni dei migliori calciatori del mondo, come John Terry, Rio Ferdinand, Steven Gerrard ed Ashley Cole, ma a volte devi avere il coraggio di dare un taglio al passato, devi prenderti i tuoi rischi e affidarti a qualche giovane, perché niente dura per sempre. E qui arriviamo al nocciolo della questione, perché il calcio inglese non ha talenti emergenti che possano fare la differenza, ovvero giocatori in grado di crescere e diventare campioni. Una delle cose che mi hanno sempre sorpreso quando stavo in Inghilterra è il modo in cui viene seguito il calcio giovanile. Si fa tanto chiasso sull'argomento, ma forse la soluzione è più semplice di quanto si creda. In Portogallo, un ragazzino può iniziare a giocare nel Porto a 10 anni e all'età di 16 aver già incontrato 10 o 12 volte il Benfica o lo Sporting Lisbona; aver disputato partite importanti, anche davanti a un pubblico numeroso, ed essere pronto al grande salto. In Inghilterra, invece, ciò non è possibile perché il calendario è fatto su base regionale e questo per me è il vero errore. Che senso ha per un giovane del Chelsea vincere 14 a 0 contro Cobham e incontrare i pari età di Liverpool o Manchester United giusto una volta l'anno, se va bene? Cosa può davvero imparare da una cosa del genere? Mi rendo conto che molti allenatori delle squadre della Premier League non sono inglesi e che non lo sono nemmeno molti giocatori, ma quando sei in un'altra nazione tu hai il dovere di migliorare il modo in cui funzionano le cose anche lì. Ed è esattamente quello che ho cercato di fare io quando sono arrivato al Chelsea nel 2004, ma sul calendario non ho potuto fare nulla. Ecco perché ritengo che allenare la Nazionale inglese sia un compito davvero arduo, ma almeno contro Andorra sarà una gara facile e non possono esserci assolutamente problemi nel conquistare i tre punti. Con la Croazia, invece, sarà un po' diverso, perché loro hanno grande qualità e poi sono fieramente nazionalisti. È vero, hanno già battuto l'Inghilterra due volte nelle ultime due partite, ma non credo affatto che ci sarà una terza occasione.”

Inter (2008-2010)