“Moravia era molto simpatico. Dicono di lui che fosse cattivo, ma non riesco a spiegarmene la ragione: era una persona veramente buona, semmai infantile. Aveva le impazienze di un bambino nervoso: non stava fermo un secondo, sfasciava tutto. […] La sceneggiatura è un lavoro di pazienza, e lui non l'aveva proprio.” Suso Cecchi D'Amico p. 22 Sui bambini , Sulle persone , Pazienza
“Era attore nel vero senso della parola: non si portava appresso quello che era in effetti nella vita, ed era completamente diverso da come lo si vedeva sullo schermo. […] Totò nel lavoro non ha mai fatto se stesso, ma ha interpretato altri personaggi, anche nei gesti, nel modo di muoversi.” Suso Cecchi D'Amico pp. 27-28 Sulla vita , Modo , Senso
“[Sulla regia] Non tutti possono fare quel lavoro, anche se ne hanno la preparazione. È il motivo per cui io non ho mai accettato di passare alla regia. Non ho il carattere giusto, non ho l'autorità di comando.” Suso Cecchi D'Amico p. 73
“Come me, Monicelli è nato a Roma per caso, e ciò esaspera la nostra rivendicazione alla toscanità. I nostri padri si conoscevano bene, facevano lo stesso mestiere, hanno vissuto la stessa epoca. I suoi fratelli, come i miei, hanno razzolato nell'ambiente letterario e affini. Saranno forse queste cose che abbiamo in comune a facilitare l'intesa fra noi. Sta di fatto che sono poche le persone al mondo con cui mi trovo così a mio agio, e con lui mi accompagnerei in qualsiasi circostanza, fino alla convivenza. […] Non vorrei però che […] ti facessi l'idea di un Monicelli dal carattere rassicurante, perché tra i miei amici presenti e passati Monicelli è senza dubbio il più segreto e il più pericoloso, capace di gesti clamorosi rigorosamente in contrasto con i suoi interessi, se non addirittura con i suoi sentimenti. È il re dell' understatement, che io chiamo pudore, e nessun regista-autore al mondo ne ha mai avuto tanto nel proprio lavoro. Monicelli si farebbe impiccare piuttosto che parlare di «ispirazione», di «anima», di «creatività». Non direbbe «noi artisti» neppure sotto tortura, né farebbe mai un capriccio per ottenere il dovuto da una produzione, ma lo farà per ottenere l'inutile, e tutto a suo danno.” Suso Cecchi D'Amico p. 78 Sul mondo , Sul segreto , Sulla pace , Sulle persone
“Nelle sedute di sceneggiatura con Flaiano, tra chiacchiere, critiche e divagazioni sul soggetto, c'era da ricavare materia per condire dieci film; e sarebbe andato tutto perduto se fosse toccato a lui di cavarne il succo. Ho fatto centinaia di riunioni di sceneggiatura con Flaiano […] ma di pagine scritte da lui ne ho viste ben poche. Lo scrittore vero non può compiacersi nel lavoro di sceneggiatura, che deve trovare il modo di tradurre in immagini e battute dei concetti, oltre che dei fatti. […] Flaiano scrisse parecchi soggettini, ma di sceneggiature sue ne conosco due sole: quella del Melampo di cui voleva fare la regia, e che non è bella, e quella tratta dalla Recherche di Proust per René Clement, un compito del quale era molto scontento.” Suso Cecchi D'Amico p. 79 Modo , Sole
“Ho fatto anche delle sceneggiature da sola, e direi con onore. Ma il ricordo di quei lavori non mi è caro come quello delle lunghe sedute con i colleghi, con le confidenze, le complicità, lo scambio di letture, il perdersi e il ritrovarsi, il momento del «dividemose i pezzi», che è quello in cui – esaurite le discussioni sul soggetto e messa faticosamente a punto la scaletta – si passa alla stesura di un trattamento, cui è affidato il compito di affascinare produttore e attori, ma che va scritto in modo da fornire tutti gli elementi necessari al direttore di produzione per fare, al centesimo, il preventivo dei costi.” Suso Cecchi D'Amico p. 80 Lettura , Modo
“Mentre con gli attori, alcuni dei quali di scarso talento, Visconti si prodigava ad aiutarli perché facessero carriera, con Franco Zeffirelli e anche con altri aspiranti alla regia non fu generoso. Lo consigliò, incoraggiò, apprezzò finché lavorò come scenografo per lui, ma il modo in cui criticò i primi passi di Zeffirelli in teatro e nel cinema non fu simpatico.” Suso Cecchi D'Amico p. 88 Modo
“Penso che nella trasposizione di un romanzo in film sia possibile realizzare qualcosa di più di una semplice illustrazione […] Non si può in nessun caso parlare di un film e di un romanzo come se fossero la stessa cosa. Non lo saranno mai, e se qualche conclusione debbo trarre dalla mia lunga esperienza di lavoro, è che per suggerire con la trama anche il tono, il sapore di un romanzo, bisogna avere il coraggio di tradirlo.” Suso Cecchi D'Amico p. 156 Coraggio
“Non dico il pubblico, ma neanche i registi, salvo eccezioni come Mario Monicelli o Blasetti, danno credito al lavoro degli sceneggiatori. Fellini mise a dura prova il fegato di Flaiano, dichiarando sempre a destra e a sinistra di non avere sceneggiatura, e di andare sul set con in tasca un fogliettino grande quanto il biglietto dell'autobus, sul quale nottetempo aveva segnato qualche appunto. Sfacciato. Le sceneggiature le aveva eccome, almeno fino agli ultimi tempi.” Suso Cecchi D'Amico p. 162
“[Burt Lancaster] È sempre stato molto affettuoso e presente nei momenti chiave. […] È l'unico attore al quale ho visto svolgere il proprio lavoro con la calma e l'impegno di un grande medico.” Suso Cecchi D'Amico p. 200
“Il cinema è la mia professione, un lavoro che ho avuto la fortuna di fare divertendomici anche, e di amare moltissimo. Ma la mia vita non si esaurisce nel lavoro ed è addirittura possibile che, curiosa e disponibile come sono sempre stata, avrei finito per trovarmi bene anche se mi fossi occupata di architettura, di medicina o di numismatica. L'elemento insostituibile, al quale avrei sacrificato qualunque cosa, è stato invece quello costituito dalle mie famiglie, quella dei miei genitori prima e quella con mio marito e i nostri figli e nipoti poi, con tutto quel che hanno comportato e che ha gravitato intorno.” Suso Cecchi D'Amico p. 213 Sulla famiglia , Sulla vita , Genitore