Vincenzo de' Paoli: Frasi su Dio

Vincenzo de' Paoli era sacerdote francese. Esplorare le virgolette interessanti su dio.
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“Bisogna che voi sappiate che cioè è piaciuto alla bontà di Dio dare una benedizione specialissima e niente affatto immaginabile, agli esercizi dei nostri ordinandi. È stata una tal grazia che tutti quelli che vi sono passati, o Ia maggior parte, menano una vita quale deve esser quella dei buoni e perfetti sacerdoti. Ve ne sono anche parecchi notabili per nascita e per altre qualità che Dio ha posto in loro, i quali vivono così regolati nelle proprie famiglie, come noi viviamo in casa nostra e sono altrettanto e, forse, anche più interiori di alcuni di noi, non vi fossi che io solo. Hanno tutto il loro tempo regolato, fanno l'orazione mentale, celebrano la santa messa, fanno l'esame di coscienza tutti i giorni come noi. Si dedicano a visitare gli ospedali e le prigioni, dove catechizzano, predicano, confessano e lo stesso fanno nei collegi con singolari benedizioni di Dio. Fra molti altri, ve ne sono dodici o quindici in Parigi, che vivono a questo modo e sono persone distinte per nascita, e ciò comincia ad esser conosciuto dal pubblico. Ora appunto, questi giorni passati, uno di essi parlando del metodo di vita che tenevano coloro che insieme con lui avevano avuto gli esercizi degli ordinandi, espose un suo pensiero di volersi cioè tutti unire a guisa di assemblea o di compagnia, il che è stato fatto con particolare soddisfazione di tutti gli altri. E lo scopo di detta assemblea è di attendere alla propria perfezione, di procurare che Dio non sia punto offeso, ma conosciuto e servito nelle loro famiglie e di cercare la sua gloria nelle persone di chiesa e fra i poveri; e tutto ciò sotto la direzione di una persona di qui dentro, dove essi devono adunarsi ogni otto giorni. E perché Dio ha benedetto i ritiri che parecchi curati della diocesi hanno fatto qui, questi signori desiderano far lo stesso ed hanno realmente cominciato. Abbiamo dunque motivo di sperare grandi beni da tutto questo, se piace a Nostro Signore benedire I'opera sua che raccomando particolarmente alle vostre preghiere.”

A Francois Du Coudray, Roma, 13 giugno 1633, vol. I, p. 158
Epistolario

“Monsignore, seppi che voi desideravate sapere tre cose da noi. Non avendo potuto, allora, aver l'onore di rispondervi, perché me n'andavo in campagna, lo facevo ora ed ecco che cosa vi dico. Prima di tutto: noi siamo interamente sotto l'obbedienza dei nostri signori prelati per andare in qualunque luogo delle loro diocesi, dove ad essi piacerà andare a predicare, catechizzare e ad indurre la povera gente a fare la confessione generale. Poi il nostro compito è di insegnare l'orazione mentale, la teologia pratica e necessaria e le cerimonie della Chiesa a coloro che devono ricevere l'ordine sacro, dieci o quindici giorni avanti I'ordinazione, e di ospitarli da noi dopo che sono diventati preti, affinché rinnovino i devoti affetti che il Signore aveva dato loro nelI'ammetterli agli ordini. In breve, noi siamo come i seni del centurione del Vangelo rispetto ai monsignori prelati in questo, che se essi ci dicono: andate, siamo obbligati ad andare; se essi ci dicono: venite, noi siamo obbligati a venire; fate la tal cosa, e noi siamo obbligati i farla. Di più siamo sottomessi aIle loro visite e correzioni, come i curati e i vicari di campagna, quantunque, per conservare I'uniformità degli spiriti, vi sia un superiore generale al quale i missionari devono obbedire quanto alla disciplina domestica. Ecco, Monsignore, come viviamo coi nostri signori prelati.”

Al Vescovo di Beziers, ottobre 1635, vol. I, p. 235
Epistolario