Origine: Da Werner Jaeger, Paidein, la formazione dell'uomo greco, traduzione di L. Emery, Firenze, La nuova Italia, 1937, p. 105; citato in La Critica. Rivista di Letteratura, Storia e Filosofia diretta da B. Croce, 35, 1937.
Werner Wilhelm Jaeger è stato un filologo tedesco, uno dei più importanti del XX secolo.
Fu allievo per quattro anni, nel suo paese natale, di una scuola elementare cattolica riservata ai maschi, e in seguito del liceo Thomaeum di Kempen, dove conseguì la maturità. Studiò a Marburgo e a Berlino, e terminò la carriera universitaria nel 1911, con una tesi dal titolo Studi sulla storia compositiva della Metafisica di Aristotele. Tutto d'un colpo, il lavoro fece conoscere il giovane studente nel mondo accademico.
A ventisei anni fu chiamato nel 1914 a Basilea, a ricoprire la cattedra che era stata di Nietzsche. Già nell'anno seguente giunse come ordinario a Kiel, e nel 1921 come successore di Wilamowitz all'Università di Berlino, dove insegnò per 16 anni. Nel corso di questi anni apparvero numerose edizioni critiche, trattazioni e monografie, come Aristotele , La posizione di Platone nella costruzione della cultura greca e il suo capolavoro Paideia .
Durante il Nazismo prese le distanze dall'ideologia del partito di Hitler e, anche per aver sposato un'ebrea, fu rimosso dal suo incarico universitario. Jaeger dovette in seguito a ciò abbandonare anche la direzione della rivista Gnomon, carica che ricopriva sin dalla fondazione di quella nel 1925. Nel 1936 emigrò negli Stati Uniti, insegnò dapprima all'Università di Chicago, e dal 1939 ad Harvard, a Cambridge , dove il 19 ottobre 1961 morì.
Origine: Da Werner Jaeger, Paidein, la formazione dell'uomo greco, traduzione di L. Emery, Firenze, La nuova Italia, 1937, p. 105; citato in La Critica. Rivista di Letteratura, Storia e Filosofia diretta da B. Croce, 35, 1937.