“Chi non raffrena la volontà colle bestie s'accompagni.”

Aforismi, novelle e profezie

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia
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bestia , colle , volontà
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Leonardo Da Vinci 145
pittore, ingegnere e scienziato italiano 1452–1519

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“Colle corna varrai di più, peccatore.”

libro III, cap. XXVIII; 1925
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“Le bestie non sono così bestie come si pensa.”

Molière (1622–1673) commediografo e attore teatrale francese

da Anfitrione, v. 108, prologo

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“Il giudizio è come lo spirito; colle donne chi ne ha lo perde, e chi non ne ha lo acquista… chi non ne ha!”

Gerolamo Rovetta (1851–1910) scrittore e drammaturgo italiano

Origine: Mater dolorosa, p. 133

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“Vo' colle trecce delle livornesi | farmi le materasse e gli origlieri.”

Francesco Dall'Ongaro (1808–1873) poeta, drammaturgo e librettista italiano

da Maria Antonia, citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 249

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“Al principio, che non è veramente un principio e che non ha alcun significato spirituale fuor dalla nostra esistenza finita, la volontà vuole conoscere se stessa; allora si desta la coscienza riflessa e col destarsi di essa la volontà si divide. La volontà unica, intera e completa in se stessa, ora è divenuta attore e, ad un tempo, osservatore. Il conflitto è inevitabile perché l'attore vuole esser libero dalle limitazioni a cui è stato costretto ad assoggettarsi nel suo desiderio di una coscienza riflessa. Per un lato, gli è stato dato il potere di vedere, ma nel contempo vi è qualcosa che egli, in quanto osservatore, non può scorgere. Alla conoscenza si unisce fatalmente l'ignoranza, l'una accompagna l'altra come l'ombra accompagna l'oggetto; non vi è separazione possibile fra i due compagni. Ma il volere come attore tende a tornare nella sede originaria dove il dualismo ancora non esisteva e dove, di conseguenza, regnava la pace. […] Al verificarsi della divisione la coscienza è, in un primo momento, così rapita dalla novità dello stato e dalla sua apparente capacità di risolvere i problemi della vita da dimenticare la sua missione, che è l'illuminare la volontà. Invece di gettare luce all'interno – cioè sulla volontà da cui trae il principio della sua esistenza – la coscienza si concentra sul mondo esteriore degli oggetti e delle idee. Quando cerca di guardare in se stessa, trova il mondo di una unità assoluta, nel quale l'oggetto che essa desidera conoscere è lo stesso soggetto. […] Si tratta di un volere in cui vi è più della mera volontà, in cui vi è anche l'atto di pensare e di vedere. Grazie a questo atto, la volontà scorge se stessa diventando libera e signora di sé. Questo è un sapere in senso eminente, ed è in ciò che consiste la redenzione buddhista.”

Daisetsu Teitarō Suzuki (1870–1966) storico delle religioni giapponese

Origine: Saggi sul Buddhismo Zen – Vol. I, pp. 125-126

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