“"La superba", "la città dai bei palazzi", sono da secoli gli appellativi di Genova. Certo essa è piena di palazzi, e questi dentro sono sontuosi ma esternamente molto malandati e senza pretese di grandiosità architettonica. "Genova la superba" sarebbe un titolo indovinato se si riferisse alle donne.
Di palazzi ne abbiamo visitati parecchi: immense moli dagli spessi muri, con grandi scalinate di pietra, pavimenti tassellati di marmo (talvolta lavori a mosaico, di disegno complicato, ornati di cristalli di rocca o di piccoli frammenti di marmo fissati col cemento) e grandiosi saloni con alle pareti dipinti di Rubens, Guido Reni, Tiziano, Paolo Veronese, ecc., e ritratti dei capostipiti della famiglia in elmi piumati e splendide armature, e di patrizie in stupefacenti vestiti di secoli fa.”

—  Mark Twain

Origine: Gli innocenti all'estero, p. 139

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 04 Giugno 2020. Storia
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Mark Twain 125
scrittore, umorista, aforista e docente statunitense 1835–1910

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“[Su Genova] Ho visitato i palazzi. Stile differente da quelli di Roma. Grandi atrii che precedono i cortili.”

Herman Melville (1818–1891) scrittore statunitense

Origine: Diario italiano, p. 81

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“Genova è magnifica, moltissime case somigliano piuttosto a palazzi, adorne di quadri dei migliori pittori italiani, però le strade sono così strette che due persone affiancate non riescono a passarci. In compenso, sono lastricate di marmo e molto pulite.”

Nikolaj Vasiljevič Gogol (1809–1852) scrittore e drammaturgo ucraino

Citazioni di Nikolaj Vasil'evič Gogol
Origine: Da una lettera a Marija Ivanovna Gogol' del 28/16 marzo 1837; in Dall'Italia, traduzione di Maria Giuseppina Cavallo, Voland, Roma, 1995, p. 18

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“Sono andato a Genova a vedere la tomba di Constance. È molto graziosa – una croce di marmo con foglie di edera scura intrecciate in un buon motivo. Il cimitero è un giardino ai piedi dei bei colli che si arrampicano verso i monti alle spalle di Genova.”

Oscar Wilde (1854–1900) poeta, aforista e scrittore irlandese

Origine: Da una lettera a Robert Ross del 1 marzo 1899 circa, in Vita di Oscar Wilde attraverso le lettere, Einaudi, Torino, 1977, p. 524

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