“Le condizioni esistenti hanno reso impossibile per le ex potenze coloniali di rimanere in Africa. Esse hanno fatto ricorso all'idea di dividere i popoli.”

Citazioni tratte dai discorsi

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 29 Giugno 2024. Storia
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Haile Selassie 230
negus neghesti etiope 1892–1975

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“Una democrazia non nasce spontaneamente. Noi europei lo sappiamo bene. Per l'Africa va ricordato che nel tracciare i confini dei loro possedimenti, alla fine dell'Ottocento, le potenze coloniali non badarono all'omogeneità culturale dei gruppi umani. Gli stessi confini diventarono negli anni Sessanta quelli degli Stati-nazione indipendenti. Così, per fare un esempio, i popoli di lingua kongo furono dispersi in tre Stati, il Congo ex francese, il Congo ex belga e l'Angola ex portoghese. Nessuno tenne in considerazione il fatto che quei popoli avessero costituito nel passato un potente regno, durato assai più a lungo dell'epoca coloniale.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

Variante: Una democrazia non nasce spontaneamente. Noi europei lo sappiamo bene. Per l'Africa va ricordato che nel tracciare i confini dei loro possedimenti, alla fine dell'Ottocento, le potenze coloniali non badarono all'omogeneità culturale dei gruppi umani. Gli stessi confini diventarono negli anni Sessanta quelli degli Stati-nazione indipendenti. Così, per fare un esempio, i popoli di lingua kongo furono dispersi in tre Stati, il Congo ex francese, il Congo ex belga e l'Angola ex portoghese. Nessuno tenne in considerazione il fatto che quei popoli avessero costituito nel passato un potente regno, durato assai più a lungo dell'epoca coloniale.
Origine: Da Africa. Dalla tirannia al Darfur le piaghe di un continente http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/03/10/africa-dalla-tirannia-al-darfur-le-piaghe.html?ref=search, la Repubblica, 10 marzo 2009.

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“Scompariva il solo governante del mondo ex coloniale che non fosse un dittatore.”

Alberto Ronchey (1926–2010) giornalista italiano

Origine: Da L'India dopo Nehru: un enigma fra tragica miseria e caute speranze http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,3/articleid,0097_01_1964_0141_0003_6079793/, La Stampa, 14 giugno 1964

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“L'Iraq ha dato, e certo continuerà a dare, tutto il sostegno materiale e morale ai popoli d'Africa e dell'America latina che combattono per la libertà e l'indipendenza. Inoltre, l'Iraq sostiene energicamente la lotta del popolo dello Zimbabwe per riconquistare tutti i suoi diritti legittimi, proprio come sostiene anche la lotta per la completa e assoluta indipendenza della Namibia, la stessa indipendenza attualmente negata dalla cricca razzista esistente in Sud Africa.”

Saddam Hussein (1937–2006) politico iracheno

Iraq has been giving, as indeed it shall continue to give, all the material and moral support to the peoples of Africa and Latin America who struggle for freedom and independence. Iraq strongly supports, moreover, the struggle of the people of Zimbabwe to regain all their legitimate rights, as it also supports Namibia's struggle for complete and unimpaired independence – the very independence which is presently being denied by the racialist base existing in South Africa.
Variante: Iraq ha dato, e continuerà a dare, tutto il sostegno materiale e morale ai popoli d'Africa e l'America latina che combattono per la libertà e l'indipendenza. Inoltre, l'Iraq sostiene con rigore la lotta del popolo di Zimbabwe per riconquistare tutti i suoi diritti legittimi, proprio come sostiene anche la lotta per la completa e totale indipendenza di Namibia, la stessa indipendenza attualmente negata al Sudafrica dalla criccha razzista.

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“Sta diventando assiomatico che le potenze coloniali non rinunciano volontariamente al controllo politico di qualsiasi territorio. Prima di partire, fanno sforzi sovrumani per creare divisioni e rivalità che sperano di poter sfruttare quando se ne sono andati. L'India, con la sua divisione in due parti, lasciando la sua triste eredità di comunalismo e faide religiose, è il più lampante esempio. Ma gli scismi in Birmania, Ceylon, i Camerun, Vietnam, lo sgretolamento delle due federazioni nell'Africa Occidentale Francese e l'Africa equatoriale francese in stati separati della comunità francese, rappresentano tutti un'eloquente testimonianza di questa vasta politica di «dividi e domina». Lo è anche la divisione federale della Nigeria in tre regioni, dove l'amministrazione britannica aveva in precedenza meticolosamente eretto una forma di governo unitario da una conglomerazione vasta di popoli diversi. È difficile capire i metodi delle potenze coloniale se considerati superficialmente. Non lasciano l'Africa in pace anche quando sanno benissimo che si stanno arrampicando sugli specchi nei loro tentativi di impedire la liquidazione totale e definitiva del sistema coloniale. Agiscono come se avessero ancora il diritto di ingerirsi negli affari interni degli stati appena emersi. Presumono perfino di imporre quali dei nostri atti siano giusti e quali sbagliati. Se scrutate attentamente, queste manovre si possono considerare parte della strategia di «dividi e domina» esercitata da lontano.”

Kwame Nkrumah (1909–1972) rivoluzionario e politico ghanese

Africa Must Unite

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“La geografia della fame è una leggenda: è legata solo alla passività, all'inerzia creata dal colonialismo nelle popolazioni autoctone. Faceva comodo al colonialismo incoraggiare la fatalità, la rassegnazione. Io leggo sempre i vostri discorsi e quello che più mi ha colpito è la lotta contro la fatalità e la rassegnazione. Ho lottato anch'io contro l'idea fissa che esisteva nel mio Paese: che l'Italia fosse condannata a essere povera per mancanza di materie prime e di fonti energetiche. Queste fonti energetiche le ho individuate e le ho messe in valore e ne ho tratto delle materie prime. Ma prima di far tutto questo: ho dovuto fare anch'io della decolonizzazione perché molti settori dell'economia italiana erano colonizzati, anzi, direi, che la stessa Italia meridionale era stata colonizzata dal Nord d'Italia! Il fatto coloniale non è solo politico: è anche, e soprattutto, economico. Esiste una condizione coloniale quando manca un minimo d'infrastruttura industriale per la trasformazione delle materie prime. Esiste una condizione coloniale quando il giuoco della domanda e dell'offerta per una materia prima vitale è alterato da una potenza egemonica: anche privata, di monopolio o di oligopolio? Nel settore del petrolio questa potenza egemonica oligopolistica è il cartello. Io lotto contro il cartello non solo perché è oligopolistico ma perché è maltusiano e maltusiano ai danni dei paesi produttori come ai danni dei paesi consumatori.”

Enrico Mattei (1906–1962) imprenditore e politico italiano

Origine: Dagli appunti (poi non utilizzati) per un discorso da tenere a Tunisi nel giugno 1960, Archivio storico dell'Eni; pubblicato in Le mie idee sul petrolio http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/04/25/le-mie-idee-sul-petrolio.html?refresh_ce, la Repubblica, 25 aprile 2006.

“Ogni cosa, nella misura in cui la si considera in sé, cioè distaccata dalla potenza di Dio che la regge, è non-esistente.”

'Ayn al-Qudat al-Hamadani (1098–1131) poeta, filosofo e mistico iraniano

XXXI, 38
Citazioni di Hamadani, Zubdat al-Haqā'iq
Origine: Citato in Izutsu, pag. 100

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