“Ah! qnando ancora colle chiuse ciglia | Tra veglia e sonno d'abbracciarla io credo, | E deluso mi desto, ahi! che del cuore | La grave oppressïon sgorgar repente | Fa di lagrime un rio dalle pupille. E al pensier disperato mi dischiude | Un avvenir d'orrendi mali, a cui | Termine non vegg'io fuorché la tomba.”
Origine: Pensieri d'amore, p. 267
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da Fuochi Nella Notte di San Giovanni

“Sogno, ma te non miro | sempre ne' sogni miei: | mi desto, e tu non sei | il primo mio pensier.”
da La libertà
I.7; 1999
Śivasūtra
Origine: Il quarto stato della coscienza, dove c'è assenza di dualità.