“Cézanne è solo, disperatamente solo. Non fa alcun proselitismo. Non cerca di vincere né di convincere. Vuole solo esprimersi. Vuol dire ciò che ha da dire, e questo gli richiede uno sforzo, una tensione che non può non essere dolorosa. E patetica. Cézanne crea nel dolore. La serenità dei suoi dipinti migliori, dovuta alla loro compiutezza, non può nascondere del tutto l'angoscia del lavoratore paziente e ostinato che con fatica li ha portati a termine. Angoscia di cui non riesce mai a liberarsi completamente. Cézanne ignora la disinvoltura, l'ottimismo, la sensualità felice di un Renoir. Cézanne si contrae e si concentra. È del tutto contrario a ogni lirismo. Diffida dell'eloquenza. Diffida persino delle insidie che la natura gli tende o potrebbe tendergli. La venera, la adora, ma non vuole che sia piacevole; oppone ai suoi incantesimi il rigore di un'analisi severa. Vuole conoscere solo ciò che essa ha di permanente, di essenziale.”
da Cézanne, 1950
Origine: Citato in Stefania Lapenta, Cézanne, I Classici dell'arte, Rizzoli - Skira, Milano, 2003, pp. 183-188 e frontespizio. ISBN 88-7624-186-8
Argomenti
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