“Che alcuni giovani scrivano delle poesie anche questo è un mistero. Potrebbero sorridere a chi gli vuol bene, amare il proprio mestiere, essere cittadini benvoluti e rispettati, e, invece, per questa poesia, occhi cerchiati di febbrile amore, gioia smodata e tristezze ignote, smanie di non si sa che cosa, sogni e sogni che s'imbrogliano: disperato inutile te cercare o poesia, abbandonando la realtà.”
Il figlio del farmacista
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da Consolazione
Origine: Citato in Folco Tempesti, La letteratura ungherese, Sansoni/Accademia, Firenze/Milano, 1969, p. 117.

“Far poesie è come far l'amore: non si saprà mai se la propria gioia è condivisa.”
17 novembre 1937
Il mestiere di vivere