“La tua Milano, amore, fa paura | e mi tratta da esule e sbandita, | e in casa nostra ogni cosa | mi guarda male, come risentita. | Ogni cosa ti chiama, ti reclama, | e mi lascia così, sola e spaurita. | E tutto il tempo testimonia il tempo | del dolore indiviso della vita. | E in tutto il tempo trovo tregua il tempo | che ti sto accanto, anima ferita.”
dalla postfazione a Giovanni Raboni, Ultimi versi
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“Ogni cosa a suo tempo ha il suo tempo.”
da Una sola moltitudine a cura di Antonio Tabucchi con la collaborazione di M.J. de Lancastre, Adelphi, Milano 1984, vol. II, p. 29
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