“Il Maestro, su tutto il corpo, deve proiettare il cosiddetto seme della potenza. Nella ruota del cuore dev'essere poi proiettato il mantra H, ornato dalle dodici vocali, e in mezzo ad esso, la coscienza, simile ad una rosa. Il Maestro deve quindi meditare come questa ruota sia spinta dal vento Y e tutta fiammeggiante del fuoco R, e recitare il mantra, intramezzandolo col nome dell'iniziando. Il discepolo, con questo metodo, è, sull'istante, colpito da paralisi.”

2013, 214-216
Tantrāloka, Capitolo XXIX
Origine: La citazione fa riferimento al rito di iniziazione di un discepolo.

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia
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Abhinavagupta 144
filosofo indiano 950–1020

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“Il mantra è coscienza.”

Vasugupta (860–925) filosofo e mistico indiano

II.1; 1999
Śivasūtra

“Il discepolo deve stare accanto al Maestro. Questi deve applicare, per la trafissione, bocca a bocca, forma a forma, sino a non fondersi perfettamente cogli oggetti (di tali sue operazioni). Fusosi perfettamente il mentale, discepolo e maestro vengono a trovarsi nel cosiddetto stato transmentale, grazie a cui il discepolo è immediatamente iniziato. Unitosi sole e luna, il vivente si identifica (con lo stato unitivo venuto a verificarsi).”

2013, 273-275
Tantrāloka, Capitolo XXIX
Origine: La citazione fa riferimento al rito di iniziazione detto "per trafissione", destinato a chi aspira a "fruizioni". Con tale termine si intende la possibilità, per l'adepto, di fruire dei piaceri mondani della vita e di ottenere la liberazione soltanto in punto di morte. Rinunciando invece alle fruizioni si può aspirare alla liberazione in vita.

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