“[…] Roma è una citta eterna non per le sue glorie, ma per la capacità di subire le barbarie dei suoi invasori, di cancellarle col tempo, di farne rovine.”
Origine: Fine di un caso, p. 188
Citazioni simili

“Il tempo è il nostro elemento, non un invasore errato.”

“La pena di morte è il segno caratteristico ed eterno della barbarie.”
Contro la pena di morte
Origine: Estratto da un discorso all'Assemblea Costituente, 15 settembre 1848

“Roma intanto prospera sulle rovine di Alba.”
I, 30; 1997
Roma interim crescit Albae ruinis.
Ab urbe condita, Proemio – Libro X

“[Haiku] Erba estiva: | dei sogni di gloria dei grandi guerrieri, | ora, | rovine, | e null'altro”
Origine: In Cento haiku, scelti e tradotti da Irene Iarocci, presentazione di Andrea Zanzotto, tredici illustrazioni, Guanda, Parma, 1991, p. 92. ISBN 8877462671
Origine: Per riprodurre alcuni aspetti peculiari della lingua giapponese di difficile resa in italiano, la traduttrice non si attiene in maniera univoca alla classica disposizione su tre righe. Cento haiku, pp. 26-30.

“Roma, città fortunata, invincibile e eterna.”
V, 7; 2010
[B]eatam urbem Romanam et invictam et aeternam illa concordia dicere.
Ab urbe condita, Proemio – Libro X

“[Roma] Città in vendita, andrai presto in rovina, se si troverà uno in grado di comperarti!”
Giugurta: sommario del libro LXIV; 1997
O urbem venalem et cito perituram, si emptorem invenerit.
Ab urbe condita, Libro XLI – Libro CXL
Origine: Vedasi anche Sallustio, che nel suo scritto La guerra di Giugurta, cap. XXXV, dice similmente Urbem venalem et mature perituram, si emptorem invenerit.

“[Roma] Città in vendita, andrai presto in rovina, se si troverà uno in grado di comperarti!”
citato in Tito Livio, sommario del libro LXIV; 1997
O urbem venalem et cito perituram, si emptorem invenerit.
Attribuite
Origine: Vedasi anche Sallustio, che nel suo scritto La guerra di Giugurta, cap. XXXV, dice similmente Urbem venalem et mature perituram, si emptorem invenerit.

“Se anche Sparta e Roma sono perite, quale Stato può sperare di durare in eterno?”
III, 11
Il contratto sociale