“Si guardavano l'un l'altro, si carezzavano, si palpavano in tutte le parti della persona, si baciavano negli occhi, e nella faccia, e nel petto, e nel ventre, e nelle cosce, e nei piedi che parevano d'argento: poi si stringevano forte, e si avviticchiavano, e uno metteva la lingua nella bocca dell'altro, e così suggevano il nettare degli Dei, e stavano lungo tempo a suggere quel nettare: ed ogni tanto smettevano un po' e sorridevano, e si chiamavano a nome, e poi nuovamente a stringere il petto al petto e suggere quella dolcezza. E non contenti di stringersi cosi petto a petto l'uno abbracciava l'altro a le spalle, e tentava di entrare fra le belle mele, ma l'altro aveva dolore, e quei si ritraeva per non dare dolore al suo diletto.”
da I Neoplatonici
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da Albero azzurro
Origine: Riportata sul sito ufficiale JoumanaHaddad.org http://web.archive.org/web/20090421064539/http://www.joumanahaddad.org/albroazzurro.html, traduzione dell'autrice.

da Darei di più di tutto quel che ho, n. 6
Una parte di me

Contro Cefisodoto, forse, frammento conservato da Rutilio Lupo in De figuris sententiarum et elocutionis, I, 18; traduzione in Oratori attici minori, p. 925
Orazioni, Frammenti

dalla lettera di Emil M. Cioran a Constantin Noica da Parigi, 1957.
Origine: In Emil M.Cioran e Constantin Noica, L'amico lontano, introduzione di Lorenzo Renzi, traduzione di Roberta Ferrara,il Mulino, Bologna, 1993, pp. 33-34. ISBN 8815038566