“Mi domando quand'è che ho cominciato a mutare opinione, a correggere il mio sguardo viziato dall'assimilazione passiva del discorso corrente. Il punto d'inizio è probabilmente un libro. […] Era Se niente importa di Jonathan Safran Foer […].
Se niente importa è un libro morale, un'inchiesta viva sul senso della vita e delle proprie scelte.”

Origine: Restiamo animali, p. 25

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 04 Giugno 2020. Storia

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“Se niente importa è un libro morale, un'inchiesta viva sul senso della vita e delle proprie scelte.”

Jonathan Safran Foer (1977) scrittore statunitense

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“Gli orrori quotidiani dell'allevamento intensivo sono raccontati in modo così vivido [in Se niente importa]… che chiunque, dopo aver letto il libro di Foer, continuasse a consumare i prodotti industriali dovrebbe essere senza cuore o senza raziocinio.”

John Maxwell Coetzee (1940) scrittore e saggista sudafricano

Origine: Citato in Jonathan Safran Foer, Se niente importa: Perché mangiamo gli animali?, traduzione di Irene Abigail Piccinini, Guanda, Parma, 2010<sup>3</sup>, quarta di copertina. ISBN 978-88-6088-113-7

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“[Dopo aver letto Se niente importa di Foer] La prima cosa che ho fatto è smettere subito di mangiare pollo. Dopo aver letto il libro non potevo più nemmeno immaginare di metterlo di nuovo in tavola avendo capito quale era la storia della loro esistenza negli allevamenti.”

Giulia Innocenzi (1984) giornalista, conduttrice televisiva e scrittrice italiana

Origine: Dall'intervista di Federica Giordani, Giulia Innocenzi: "Sono vegetariana e indago sugli allevamenti" http://www.vegolosi.it/news/giulia-innocenzi-sono-vegetariana-e-indago-sugli-allevamenti/, Vegolosi.it, 18 febbraio 2016.

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“A Sottsass importano le domande, gli importa ritualizzare l'esistenza intorno a quelle domande, gli importa restituire il senso del sacro all'esistenza.”

Ettore Sottsass (1917–2007) architetto e designer italiano

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“Sono stato vegetariano due volte. La prima è durata dal 2001 al 2008. La seconda è adesso e non smetterà.
Era l'aprile del 2010. In aeroporto acquistai Niente importa di Jonathan Safran Foer. Lo lessi tutto d'un fiato.
Safran Foer, da non vegetariano, fa una inchiesta sugli allevamenti industriali. Racconta in dettaglio come vengono ammazzati suini e bovini, tonni e polli. Si sofferma sulla vita a cui sono costrette le galline ovipare.
Fa menzione dettagliata del sadismo umano.
E poi racconta una delle nostre molte stranezze. Di come ci faremmo svenare per il nostro cane e di come non ci interessi nulla dell'olocausto quotidiano di animali non meno sensibili e intelligenti dei cani.
La domanda è: perché un maiale sì e un cane no? Perché riteniamo inaccettabili i coreani, che mangiano carne canina, e reputiamo normale crescere i figli con carne equina? Come è possibile commuoversi per un agnello visto alla tivù, o un piccolo cinghiale allo zoo, salvo poi mangiare voluttuosamente entrambi?
Lo so, tale dilemma ci porterebbe lontano. E molti di voi non condividono il mio approccio. Poche cose infastidiscono come i vegetariani convinti. Un po' perché sono pallosi e un po' perché toccano nervi scoperti: ci ricordano quanto siamo incongrui, ipocriti e sostanzialmente insensibili.
Non ho mai cercato di fare proseliti. Non parlo mai di questa scelta etica in pubblico. Però ne vado fiero.”

Andrea Scanzi (1974) giornalista e scrittore italiano

cap. 27
I cani lo sanno

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