217, 20 agosto 1820; 1898, Vol. I, p. 318
“Dietro al paese si sentiva il fondo stabile di una maggioranza contadina, inamovibile, testarda. In qualche modo, noi eravamo a nostra volta il fiore urbano di questa società contadina, un centro. Si formava ancora quasi un tutto unico con la campagna, ma il paese travasava e raffinava il costume campagnolo. Di questo complesso lavoro di mediazione esercitato dall'ambiente paesano è difficile documentare bene la natura, soprattutto per difficoltà di lingua. La lingua in cui eseguivamo (senza saperlo, ben s'intende) la nostra mediazione non è scritta, e la lingua che scriviamo in paese e in tutta l'Italia può facilmente tradirci.”
cap. 14, p. 97
Libera nos a malo
Argomenti
lingua , mediazione , paese , contadino , paesano , testardo , documentario , stabile , maggioranza , costume , fiore , campagna , ambiente , centro , complesso , centro-destra , centro-sinistra , unico , fondo , scritta , lavoro , lavorio , cap. , natura , societa' , bene , modo , ancora , difficile , difficoltà , voltaLuigi Meneghello 23
partigiano, accademico e scrittore italiano 1922–2007Citazioni simili
Origine: Dal Discorso al primo Congresso dei colcosiani-udarniki dell'U.R.S.S., 19-2-1933, in Questioni del leninismo, Edizioni in lingue estere, Mosca, 1946, pp. 452-453.
Lettera dodicesima, pp. 189-190
La terza Italia
“Non si abita un paese, si abita una lingua. Una patria è questo, e niente altro.”
Confessioni e anatemi
Origine: Traduzione di Mario Andrea Rigoni; citato in Quaderni dell'Atlante lessicale toscano, volumi 5-8, Leo S. Olschki Editore, 1987, p. 205.