“Ma l'errore comune era sempre credere che tutto si potesse trasformare in poesia e parole. Ne conseguì un disgusto di poesia e parole, così forte che incluse anche la vera poesia e le vere parole, per cui alla fine ognuno tacque, impietrito di noia e di nausea. Era necessario tornare a scegliere le parole, a scrutarle per sentire se erano false o vere, se avevano o no vere radici in noi, o se avevano soltanto le effimere radici della comune illusione. Era dunque necessario, se uno scriveva, tornare ad assumere il proprio mestiere che aveva, nella generale ubriachezza, dimenticato. E il tempo che seguì fu come il tempo che segue l'ubriachezza, e che è di nausea, di languore e di tedio; e tutti si sentirono, in un modo o nell'altro, ingannati e traditi: sia quelli che abitavano la realtà, sia quelli che possedevano, o credevano di possedere, i mezzi per raccontarla. Così ciascuno riprese, solo e malcontento, la sua strada.”
Lessico famigliare
Argomenti
parola , poesia , nausea , parola-chiave , radice , comune , languore , tedio , incluso , tempo , disgusto , tradito , effimero , ripresa , noia , mestiere , illusione , generale , errore , forte , strada , no , fine , modo , proprio , tornare , mezzi , altro , realtà , malcontentoNatalia Ginzburg 44
scrittrice italiana 1916–1991Citazioni simili

“Le sue parole avevano creato un mondo nuovo, come tutte le parole non vere.”

da Montaigne, in Voltando pagina

da una lettera del 18 maggio 1960 a Hans Bender
Origine: Citato in Poesie a cura e con un saggio introduttivo di Giuseppe Bevilacqua, traduzione di Giuseppe Bevilacqua, Arnoldo Mondadori Editore, I Meridiani, 1998, p. CLII. ISBN 88-04-42259-9
Origine: Con diversa traduzione a p. 58 de La verità della poesia.