“[Alla domanda "Lei ha allucinazioni?"] Tutti i giorni dalle 7 alle 12, quando scrivo: nei romanzieri si chiamano immaginazione. Io vedo realmente, davanti a me, gli orrori che racconto, come fossi ipnotizzato. Tant'è che se non scrivo, mi addormento a fatica e faccio brutti sogni: quelle allucinazioni devono comunque affiorare, nel sonno o nella veglia. Anche la scrittura dà assuefazione come l'alcol.”

—  Stephen King

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 29 Novembre 2019. Storia
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Stephen King 417
scrittore e sceneggiatore statunitense 1947

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“La Fallaci è una grande giornalista per la stessa ragione per cui è una mediocre romanziera. È un enorme utero estroflesso che abbraccia un ampia superficie della realtà. Ma quello che guadagna in estensione quando scrive articoli lo perde in profondità quando scrive libri.”

Massimo Fini (1943) giornalista, scrittore e drammaturgo italiano

Origine: Da Bocciare Busi non è uno scandalo http://www.massimofini.it/1990/bocciare-busi-non-e-uno-scandalo, massimofini.it, archivio 1990.

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“Scrive la pagina di ogni giorno della sua vita colui che ha il coraggio di vivere i propri sogni.”

Prevale (1983) disc jockey, produttore discografico e conduttore radiofonico italiano

Origine: prevale.net

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“… Il brutto tempo (per voi) a me fa bene al cuore. Se rimanesse sempre così! Si scrive così bene con il brutto tempo.”

Johann Strauss (figlio) (1825–1899) compositore e direttore d'orchestra austriaco

citato in Gli Strauss, p. 109
Citazioni di Johann Strauss jr

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“Come sapete la domanda che più spesso viene posta a noi scrittori, la domanda preferita è: perché scrive? Io scrivo perché sento il bisogno innato di scrivere! Scrivo perché non posso fare un lavoro normale, come gli altri. 
Scrivo perché voglio leggere libri come quelli che scrivo. 
Scrivo perché ce l'ho con voi, con tutti. Scrivo perché mi piace stare chiuso in una stanza a scrivere tutto il giorno.
 Scrivo perché posso sopportare la realtà soltanto trasformandola.
 Scrivo perché tutto il mondo conosca il genere di vita che abbiamo vissuto, che viviamo io, gli altri, tutti noi a Istanbul, in Turchia.
 Scrivo perché amo l'odore della carta, della penna e dell'inchiostro.
 Scrivo perché credo nella letteratura, nell'arte del romanzo più di quanto io creda in qualunque cosa. 
Scrivo per abitudine, per passione.
 Scrivo perché ho paura di essere dimenticato. 
Scrivo perché apprezzo la fama e l'interesse che ne derivano. Scrivo per star solo. Forse 
scrivo perché spero di capire il motivo per cui ce l'ho così con voi, con tutti. 
Scrivo perché mi piace essere letto.
 Scrivo perché una volta che ho iniziato un romanzo, un saggio, una pagina, voglio finirli. 
Scrivo perché tutti se lo aspettano da me.
 Scrivo perché come un bambino credo nell'immortalità delle biblioteche e nella posizione che i miei libri occupano negli scaffali. 
Scrivo perché la vita, il mondo, tutto è incredibilmente bello e sorprendente. 
Scrivo perché è esaltante trasformare in parole tutte le bellezze e ricchezze della vita. 
Scrivo non per raccontare una storia ma per costruirla. 
Scrivo per sfuggire alla sensazione di essere diretto in un luogo che, come in un sogno, non riesco a raggiungere. 
Scrivo perché non sono mai riuscito ad essere felice. 
Scrivo per essere felice.”

Orhan Pamuk (1952) scrittore e saggista turco

My Father's Suitcase: The Nobel Lecture

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“Fatico molto a passare da una condizione di sonno molto protratto, a uno stato di veglia totale; ginnastica mentale.”

Gigi D'Agostino (1967) disc jockey e produttore discografico italiano

da Ginnastica Mentale, n. 17, cd 1
Lento Violento... e altre storie

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