“Nei momenti più insignificanti, mentre sono in cucina a preparare la cena, o quando guardo il tramonto, a volte divento terribilmente malinconica, proprio come se un grosso grumo di tristezza mi fosse tutt'a un tratto penetrato dentro.”

Ultimo aggiornamento 07 Novembre 2019. Storia
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scrittrice giapponese 1964

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“Ma guarda un po', sono qui con l'uomo più potente d'Italia [Silvio Berlusconi], il più acclamato, una cena che tutti m'invidieran­no e mi viene una gran tristezza. Quest'uomo mi sembra così solo!”

Mike Bongiorno (1924–2009) conduttore televisivo, conduttore radiofonico e partigiano italiano

citato in Silvio & Mike, così uguali, Corriere della sera, 9 settembre 2009

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“Quando mi si mostra un disegno, lo guardo giusto il tempo necessario per preparare quello che devo dirne.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

9 marzo 1890; p. 44
Diario 1887-1910

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“Ma tutt'i sogni nell'alba svaniscon perché | quando tramonta la luna li porta con sé | ma io continuo a sognare negli occhi tuoi belli | che sono blu come un cielo trapunto di stelle.”

Domenico Modugno (1928–1994) cantautore, chitarrista e attore italiano

da Nel blu dipinto di blu, 1958
Origine: Testo di Franco Migliacci e Domenico Modugno.

“«Nell'attimo fuggevole di un volto umano si sprigiona per l'ultima volta l'aura dalle prime fotografie. È ciò che costituisce la loro bellezza carica di malinconia e inconfrontabile con qualsiasi altra.» […] La malinconica bellezza «inconfrontabile con qualsiasi altra» non era certo presente nella pace contemplativa dell'aura, ma lo è solo quando l'aura si sta estinguendo. È in questo momento che la sua labilità diventa quella stessa della bellezza e se v'è ancora un brivido dell'irripetibile, questo nasce dalla coscienza di una perdita irrevocabile, dalla magia di un tramonto che non potrà più essere goduto ma che proprio per questo è carico di una sconfinata seduzione.”

Ferruccio Masini (1928–1988) germanista, critico letterario e traduttore italiano

da Metacritica dell'aura, p. 316
Gli schiavi di Efesto
Origine: Da Walter Benjamin, L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica, traduzione di E. Filippini, Torino, 1966, p. 28; Das kunstwerk im Zeitalter seiner technischen Reproduzierbarkeit, in Gesammelte Schriften, 6 vv., a cura di R. Tiedemann e H. Schweppenhäuser, Frankfurt a. M., 1972 sgg., p. 23. Gli schiavi di Efesto, nota a p. 316.

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