Frasi da libro
Epistole

L'intensità espressiva delle Epistole poggia su un tono dimesso e colloquiale, quasi familiare. Orazio avverte che la stagione bella, comunque la si sia vissuta, non ha più forza di essere protratta, con le sue impennate, le sue istanze sovvertitrici, con i suoi incanti e innamoramenti. Il futuro, anche se mai aveva voluto affrontarlo, è la morte, che non concede punti di fuga, non contempla alternative. Il contraltare a questa coscienza dell'ineluttabile, come spesso accade, è una strana serenità; se deve pagare un prezzo alla malinconia di una vicenda che troppo brevemente si esaurisce, la maturità ha in sé la saggezza di una minore intransigenza, di un più pacato impatto con le cose.

“Scaccia pure con un forcale la tua indole, tornerà ugualmente.”
I, 10, 24
Naturam expellas furca, tamen usque recurret.
Epistole

“Pensa che ogni giorno può essere il tuo ultimo.”
A Tibullo, I, 4
Epistole

“Non viviamo là in questo modo in cui tu pensi.”
I, 9, 47
Non isto vivimus illic, | quo tu rere, modo.
Epistole

I, 17, 7-8
Si te grata quies et primam somnus in horam | delectat, si te puluis strepitusque rotarum, | si laedit caupona, Ferentinum ire iubebo.
Epistole

“Piacere ai prìncipi non è per gli uomini piccola lode.”
I, 17, 35
Epistole

“Mi sforzo di essere conciso e divento oscuro.”
25-26
Brevis esse laboro, | obscurus fio
Epistole, Ars Poetica

“Il buon senso è il principio e la fonte dello scrivere.”
Scribendi recte sapere est et principium et fons.
309
Epistole, Ars Poetica

“I poeti vogliono o giovare o divertire.”
333
Aut prodesse volunt aut delectare poetae
Epistole, Ars Poetica