“«Cosa vorresti sapere su te stesso, di preciso?» mi chiese ad un certo punto.«Mi domando perché mi capitino di continuo queste improvvise, inspiegabili…cotte» gli risposi.«Oh, le cotte. Tra un po’ ne avrai molte di più, vedrai» disse Richard in tono incoraggiante. «Alla tua età le cotte sono assolutamente normali…perfino divertenti!»«A volte però le prendo per le persone sbagliate» provai a spiegargli.«Non esistono persone sbagliate per cui prendersi una cotta, Bill» mi rassicurò, «Non si può scegliere di innamorarsi di qualcuno piuttosto che di qualcun altro.»«Oh!» esclamai. A tredici anni, quell’informazione mi fece pensare che le cotte fossero più pericolose di quanto avessi creduto.È buffo che solo sei anni più tardi, durante quel viaggio in Europa con Tom, iniziato così male a Bruges, l’eventualità di potermi innamorare mi sembrasse improbabile, perfino impossibile. Quell’estate avevo solo diciannove anni, ma ero già deciso a non innamorarmi mai più.” John Irving In One Person In One Person
“«È un buon segno piangere per un romanzo» mi assicurò Miss Frost.«Un buon segno?»«Significa che hai più cuore della maggior parte dei tuoi coetanei.»” John Irving In One Person In One Person
“«Ho letto tutti i tuoi libri» rispose con entusiasmo. «I tuoi romanzi sono stati una specie di in loco parentis per me» aggiunse, scandendo con cura le parole latine. «Quasi dei genitori, insomma»Ci sorridemmo: aveva detto tutto quello che c’era da dire, e l’aveva detto proprio bene. Suo padre sarebbe stato felice dell’uomo che era diventato, nella misura in cui riusciva a concepire la felicità. Io e Tom eravamo cresciuti con il disprezzo per noi stessi, perché ci avevano insegnato che le differenze sessuali erano sbagliate. Ora mi vergogno di aver sperato che Peter non fosse come Tom, né come me. Forse l’augurio migliore per i ragazzi della sua generazione era che venissero su “come noi”, però orgogliosi di ciò che erano.” John Irving In One Person In One Person