“Un affamato desio non si nutrisce con lo sguardo.”
Dell'arte rappresentativa, premeditata e all'improvviso
Andrea Perrucci, alias Casmiro Rugiero Ocone o Enrico Preudarca , è stato un drammaturgo, librettista e gesuita italiano, autore e teorizzatore della commedia dell'arte, attivo anche nel teatro religioso. Fu anche, con esiti modesti, poeta in latino e in vari idiomi vernacolari.
Tra i primissimi letterati, a Napoli, che si dedicarono al melodramma, Perrucci fu il primo nel Regno a cimentarsi come librettista, arte alla quale si dedicò in più riprese, manifestando una particolare e stravagante vena creativa che sortì l'effetto di risvegliare l'interesse di altri autori, dando impulso alla nascita dell'opera buffa.
Come autore teatrale, Perrucci è ricordato soprattutto per La Cantata dei pastori, l'opera sua più fortunata, di cui per secoli si è perpetuata la tradizione rappresentativa nei teatri popolari in occasione del Natale. Al suo lavoro di teorico, invece, si deve il notevole trattato Dell'arte rappresentativa, premeditata e all'improvviso, in cui egli si occupava del genere improvvisativo, tramandandoci così un'importante testimonianza scritta sul genere teatrale della commedia dell'arte.
Dottore in diritto canonico e civile , Perrucci fu segretario dell'Accademia dei Rozzi di Napoli, della palermitana Accademia dei Raccesi e membro dell'Accademia dei Pellegrini a Roma. Fu censore promotoriale degli Spensierati di Rossano.
“Un affamato desio non si nutrisce con lo sguardo.”
Dell'arte rappresentativa, premeditata e all'improvviso
Dell'arte rappresentativa, premeditata e all'improvviso
Dell'arte rappresentativa, premeditata e all'improvviso
Dell'arte rappresentativa, premeditata e all'improvviso
Origine: La frase completa, frequentemente citata, è "Comoedia est imitatio vitae, speculum consuetudinis, imago veritatis" ("la commedia è imitazione della vita, specchio dei costumi e immagine dela realtà"). La frase, per noi perduta, è generalmente attribuita a Cicerone (De re publica, IV.11) anche se non vi è certezza sull'appartenenza a quest'ultima opera. L'attribuzione a Cicerone è fatta da Elio Donato (De Comoedia et Tragoedia, edizione Wessner, I.22.) il cui testo era facilmente fruibile nel Rinascimento perché incorporato come prefazione a Terentii Comoedia, un'edizione delle commedie di Terenzio del 1546.
“I Vecchi son come gli alberi, che quando non fanno più frutti si tagliano per lo fuoco.”
Dell'arte rappresentativa, premeditata e all'improvviso
Dell'arte rappresentativa, premeditata e all'improvviso
Dell'arte rappresentativa, premeditata e all'improvviso
“Per scoprir, per parlar la mente adopro, | Penso assai, poco tento, e nulla scopro.”
Dell'arte rappresentativa, premeditata e all'improvviso
“Tanti fiumi di grazie Amor mi versa, | che in mar di gioir l'alma è sommersa.”
Dell'arte rappresentativa, premeditata e all'improvviso
“Un occhio assetato mal si sazia con gli sguardi.”
Dell'arte rappresentativa, premeditata e all'improvviso